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Il Super Green Pass o Green Pass rinforzato o a due velocità che dir si voglia arriverà. Sarà un Certificato verde che durerà meno – 9 mesi e non più 12 -, sarà rinnovato solo a chi si sottopone alla terza dose e differenziato per vaccinati o guariti dal Covid e non, che siano No Vax o seriali dei tamponi.
Quel che è certo è il perché: convincere anche gli ultimi 6,7 milioni di italiani renitenti a vaccinarsi ed evitare al tempo stesso chiusure o anche solo aperture a metà di attività commerciali, sportive, ricreative o sociali. Manca invece ancora il quando: oltre all’incontro tra governo e Regioni di martedì, alla cabina di regia di mercoledì e al Consiglio dei ministri di giovedì si attendono altri step e via libera formali. E il come.
Ecco i nodi ancora da sciogliere:
Le attività sociali e il lavoro
Il Green Pass per vaccinati e guariti dovrebbe valere per accedere a tutte le attività sociali, ricreative, sportive: ristoranti, bar, palestre, piscine, cinema, teatri, musei, stadi, palazzetti, discoteche. Chi non è vaccinato né ha contratto in passato il Covid ma si sottopone a tampone antigenico o molecolare continuerà invece, esibendo sempre un Pass con un Qr code, solo a poter accedere al proprio luogo di lavoro e a viaggiare sui mezzi a lunga percorrenza su cui il Certificato verde è richiesto: aerei, traghetti, treni Incercity e ad Alta velocità. La lista esatta delle attività possibili con l’una o l’altra modalità è però ancora da definita. E non è chiaro se anche per le attività all’aperto ci saranno o meno delle limitazioni.
I tamponi
Altro nodo: la validità dei tamponi. Attualmente per gli antigenici è di 48 ore. Tra le ipotesi che circolano quella di ridurla a 24 ore. Sarebbe un ulteriore disincentivo a utilizzare il test come mezzo per ottenere il Pass. Si attende un parere del Comitato tecnico-scientifico.
Il Super Pass a colori
Ma in che zona è necessario far scattare le misure differenziate per Sì vax e No vax? Alcuni governatori come Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma di Bolzano, chiedono che vengano introdotte già dalla zona bianca. Altri, come Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia, ipotizzano già dalla zona gialla. O, al limite, dalla arancione. Ma, ammesso che si opti per la seconda o terza soluzione (giallo o arancione) e non per una più drastica (dalla zona bianca), come far dialogare il sistema dell’Italia a colori con il Super Green Pass? Mentre per alcune attività la risposta è semplice per altre resta qualche dubbio. Ad esempio: in zona gialla i ristoranti possono restare aperti ma c’è il limite di 4 persone per tavolo. In questo caso, fa sapere un presidente di Regione, la soluzione immaginata è il via libera alle tavolate come si fosse in zona bianca per i vaccinati e i guariti e il limite di 4 persone per tavolo solo per i “No vax”. Come comportarsi però con i cinema per cui in zona gialla è prevista la riduzione della capienza al 50%? In questo caso la capienza rimarrebbe piena, per non penalizzare gli introiti, ma un No vax potrà vedere film solo in tv. E le discoteche? In zona gialla dovrebbero chiudere del tutto. Con il Super Pass invece dovrebbe restare aperte ma sempre e solo per i Sì Vax.
L’impatto del Super Pass sulla curva epidemica
Ma il sistema immaginato – nessuna chiusura né restrizione di capienza per i No vax a prescindere dal colore della regione – è applicabile in zona arancione o peggio ancora rossa? Le colorazioni più intense sono oggi molto lontane da venire alla luce dei dati sulle ospedalizzazioni sia a livello nazionale che regionale. Per cui i dubbi sono al momento un esercizio di pura teoria. Ma vale comunque la pena snocciolarli perché le norme vanno scritte. E allora, si chiede qualcuno, con una percentuale di vaccinati così alta è ancora possibile arrivare a scenari di rischio così alti? E se ci si dovesse arrivare, laddove vigeva un lockdown light o hard ora sarà possibile un liberi tutti per i vaccinati? Se per “ragioni costituzionali” come detto più volte dal presidente del Veneto Luca Zaia o de coordinatore del Cts Franco Locatelli, “il lockdown per i soli non vaccinati” non era “possibile in Italia, è attuabile ora con il Super Pass qualora si finisse in zona rossa? E infine: imporre limitazioni dure solo ai No vax e dunque a 6,7 milioni di persone, lo zoccolo duro che si pensa di iniziare a erodere nelle prossime settimane proprio con la misura del Super Pass (senza contare i bambini che sopra i 5 anni saranno a breve coinvolti nella campagna vaccinale ma per cui potrebbe non esserci l’obbligo di Qr Code), avrebbe un impatto significativo sulla curva epidemica e i posti letto? I dati diffusi settimanalmente dall’Istituto superiore di sanità raccontano che per contenere i contagi e le ospedalizzazioni funziona l’aumento del numero di vaccinati: l’effetto sperato dall’introduzione del Super Pass.
Il Qr Code e l’app di verifica
Fino ad ora ogni cittadino in possesso della prova vaccinale, del certificato medico di guarigione dal Covid o dell’esito negativo di un tampone poteva scaricare da app e siti un Qr Code che, sottoposto a verifica, dava accesso al proprio posto di lavoro o ad alcune attività. Ora però sarà necessario differenziare. In sostanza sarà necessario che l’app di controllo VerificaC19 o le piattaforme messe a punto dal governo ad esempio per le scuole o la Pubblica amministrazione distinguano tra Green Pass ottenuti con tampone e Green Pass ottenuti con vaccino o guarigione. Bisognerà dunque sviluppare una nuova app che selezioni la motivazione alla base del rilascio del Qr code, raffinare quella esistente o avere due app distinte, una “più rigida” dedicata solamente ad attività sociali e l’altra per il lavoro, i treni, gli aerei?
La privacy
Proprio la distinzione delle ragioni alla base del rilascio dei Green Pass tocca il tema della privacy. L’autorità garante per la tutela dei dati personali non è stata ancora interpellata, ma è probabile che nelle prossime ore verrà chiesto un parere o che il Garante stesso, una volta note nel dettaglio le norme, faccia i suoi rilievi. Nel caso di una prenotazione in una sala di un ristorante, infatti, con l’introduzione del Green Pass a doppio binario la app di verifica dovrebbe non solo segnalare con semaforo rosso le Certificazioni verdi non valide o scadute ma anche quelle ottenute con il tampone e riconoscere invece quelle da vaccino o guarigione “svelando” così, seppur solo in parte, qualcosa in più sulla situazione sanitaria dei cittadini e sulle ragioni dell’esclusione o dell’ammissione in un luogo pubblico sottoposto a obbligo. “Ciò che va comunque evitato – aveva sottolineato il presidente dell’Autorità Pasquale Stanzione – sono le discriminazioni in base alle scelte vaccinali e l’indebita conoscenza, da parte di soggetti non legittimati, dei dati sanitari degli interessati”.