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Fine vita, niente da fare: le barricate della destra e il rischio slittamento a primavera

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ROMA – Niente da fare. Il traguardo dell’arrivo in aula per lunedì 29 salta definitivamente. Le nuove regole per ottenere il fine vita su propria richiesta – battezzate come “disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita” – dovranno trovare una nuova collocazione nel calendario della Camera. Due ore di discussione nelle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali non sono bastate per raggiungere un possibile compromesso sul testo da portare in aula. 

Troppe, e alcune molto difficili da accettare, le richieste del centrodestra che, con Fratelli d’Italia, spacca il capello in quattro su ogni virgola. Stavolta affida a Fabiola Bologna – ex grillina transitata in Coraggio Italia, neurologa che ha studiato all’università Sacro cuore – una puntigliosa illustrazione di modiche di cui una, l’obbligo di cure palliative per chi chiede di morire, costringe il pur disponibile centrosinistra ad alzare un paletto. Se non altro per la semplice ragione che la Costituzione vieta trattamenti sanitari obbligatori. 

Referendum eutanasia, Cappato: “Serve una norma molto chiara per legalizzarla”

di

Giovanna Casadio

19 Novembre 2021

Ma tant’è. Pd e M5S – con i due relatori, il dem Alfredo Bazoli e il grillino Nicola Provenza – stanno facendo di tutto per “salvare” la legge, che, basta scorrerla nella sua ultima versione, non si può certo definire un testo che permette l’eutanasia. Lo si capisce subito, già dal titolo. Tant’è che nelle commissioni protesta Riccardo Magi di Più Europa e negli stessi minuti, fuori, si arrabbia Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. Dentro il presidente M5S della commissione Giustizia Mario Perantoni cerca di far di tutto per portare a casa un risultato, condurre la legge in aula, anche se poi si vedrà cosa potrà succedere al Senato dove sono in attesa gli agguerriti leghisti, da Simone Pillon ad Andrea Ostellari, seduto al vertice della commissione Giustizia, che hanno già decretato la fine della legge Zan. Il centrosinistra sta cercando di evitare quest’esito, anche accettato le richieste di Lega, Forza Italia, Coraggio Italia. Scontato il niet di Fratelli d’Italia. Mentre da Enrico Costa di Azione viene un pieno sì alla legge, anche se “è giusto avere un testo equilibrato”.

Magi protesta ancora prima che si alzi il sipario della riunione. Definisce “del tutto insoddisfacenti” le richieste del centrodestra, rifiuta il compromesso, chiede che le commissioni si riuniscano ad oltranza per rispettare la scadenza del 29. “Seduta oggi, domani, dopodomani…” scrive. In alternativa il testo può andare in aula lo stesso ma senza un relatore, per consentire lì, “davanti a tutti”, la piena assunzione di responsabilità di ogni gruppo politico. 

Mentre Mario, il tetraplegico di Ancora, vive il suo drammatico percorso a ostacoli verso la sua richiesta di morte, la Camera si divide, come dice Cappato, sulle procedure “di ciò che è già legale grazie alla Consulta che ha deciso sul mio processo”. Le ormai note quattro condizioni che hanno consentito a Mario di ottenere almeno il via libera del Comitato etico. Anche se poi la Regione ha rimesso in campo i giudici. Ma è evidente, proprio seguendo la discussione a Montecitorio, che qui non si sta affatto discutendo di una legge sull’eutanasia, e per questo Cappato rilancia il suo referendum che modifica l’articolo 579 del codice penale sull’omicidio del consenziente. 

Suicidio assistito, Mario ora potrà morire: “La mia vita è una prigione”

Ma in commissione il dialogo è di tutt’altro tipo. Pd e M5S cercano la mediazione. Dice il relatore dem Bazoli: “Il centrodestra propone modifiche puntuali, alcune formali e quindi accoglibili, altre eccessive, come quella sull’obbligo di cure palliative. Ma i margini per un ulteriore avvicinamento ci sono, anche se non tutti gli emendamenti proposti sono accoglibili”. E l’aula che slitta? Per Bazoli non bisogna farne un dramma: “Rispetto alle loro richieste faremo un’ulteriore proposta per una conclusione accettabile prevedendo l’approdo in aula sempre nel corso della prossima settimana. Si tratta solo di uno slittamento di qualche giorno”. E la richiesta delle cure palliative? Qui Bazoli è netto: “Questa è una richiesta eccessiva”.  

Al Bazoli dialogante si aggiunge il presidente grillino Perantoni il cui pensiero si può ritrovare in questa nota attribuita a “fonti della commissione”: “Si sta lavorando positivamente per arrivare in aula: se non si farà in tempo per il 29 è ipotizzabile un rinvio di qualche giorno, a fronte della manifestata collaborazione da parte di tutti i gruppi per concludere i lavori”. 

Collaborazione? Le richieste del team del centrodestra sono assai incisive, puntuali, perentorie. E non vengono aprioristicamente bocciate, tant’è che il capogruppo della Lega Roberto Turri, alla domanda “com’è andata oggi in commissione?”, replica con un “molto bene”. Soddisfatti che l’appuntamento di lunedì salti? “Capisco, mettendomi nei loro panni, che la questione va avanti da una vita e che si continua a rimandare, ma non si può affrontare l’argomento in una sola notte”. Poi una nota positiva: “Loro hanno fatto un buon lavoro e noi abbiamo fatto i compiti a casa”. Insiste sulla cura palliativa che “comunque va tentata se toglie sofferenza e fa star meglio la persone, e poi magari uno cambia idea”, cure che “dovrebbero essere rese accessibili e disponibili per tutti, anche nelle Asl che oggi non sono efficienti”. Pierantonio Zanettin di Forza Italia lascia la riunione soddisfatto: “Stiamo trattando un tema delicato, con forti implicazioni etiche, il regime di massima cautela ci sta tutto, qui non stiamo parlando di qualche emendamento alla legge finanziaria, ma dell’omicidio del consenziente, quindi anche i dubbi etici sono ammessi”. Costa, parlamentare di lungo corso, alla domanda sull’approdo in aula prima di Natale scuote la testa e dice chiaramente che non lo ritiene possibile. La legge non prevede una spesa e quindi sarebbe anche compatibile con la sessione di bilancio, ma i tempi sono stretti, e soprattutto incombe il voto per il nuovo presidente della Repubblica che sconsiglia temi fortemente divisivi.
 

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