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Super Green Pass nei trasporti, controlli a rischio. Il Viminale fa i piani ma mancano agenti

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ROMA – La coperta del Viminale è corta. La direttiva del premier Draghi di aumentare dal 6 dicembre i controlli sul Green Pass, sia quello ordinario sia quello rilasciato solo ai vaccinati e ai guariti dal Covid, spiazza il ministero dell’Interno, che già adesso fa i conti con carenze nell’organico nella Polizia e un monte ore di straordinario ancora da pagare. “Faremo il possibile”, “ci attrezzeremo”, “garantiremo tutti i servizi” vanno ripetendo in queste ore al dicastero guidato da Luciana Lamorgese, dove tra le ipotesi allo studio per salvare il Natale ci sono l’utilizzo dell’esercito e l’allungamento dei turni del personale in strada. Ma l’aver inserito autobus e metropolitane nella lista degli accertamenti di cui si dovranno occupare poliziotti, carabinieri, finanzieri e vigili urbani preoccupa chi, contestualmente, è chiamato a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico.

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Nella bozza del nuovo decreto approvato dal governo si prevedono infatti verifiche a campione sul possesso e sulla autenticità del Qr code in bar, ristoranti e palestre, ma anche su convogli locali, metro e pullman cittadini. Che però ogni giorno sono utilizzati da milioni di passeggeri, soprattutto pendolari e studenti, e il traffico maggiore è concentrato in ridotte fasce orarie.

Stando al decreto, l’onere dell’accertamento ricadrà sulle forze di polizia nella logica di non gravare su autisti e controllori, ma è illusorio pensare che possa essere sostenuto senza scoprire altri settori cruciali, come le indagini giudiziarie, il presidio del territorio e le attività sull’immigrazione. “Rischiamo di compromettere le inchieste o di comprimere troppo servizi cruciali per la comunità”, osserva Felice Romano, del sindacato di polizia Siulp.

La parabola discendente delle piante organiche, del resto, non ha bisogno di spiegazioni: la riforma Madia ha portato il numero di agenti da 117.000 a 111.000, e oggi sono ancora di meno, circa 94.000. “La lotta al Covid merita ogni sforzo – dice Romano – ma il governo non può far finta di non sapere che servono con urgenza risorse aggiuntive e il pagamento degli straordinari del secondo semestre 2021”.

Nel corso di quest’anno sono state controllate quasi 29 milioni di persone per questioni legate alla pandemia (green pass, documenti, uso di mascherine laddove obbligatorio) e 3,1 milioni di esercizi commerciali. Le sanzioni circa 200.000.

Con 94.000 poliziotti, 104 mila carabinieri, 57 mila finanzieri e 64 mila vigili urbani sparsi su tutta la penisola ma impegnati nell’ordine pubblico e nelle attività ordinarie, difficilmente i prefetti riusciranno a garantire un numero soddisfacente di verifiche a campione. A meno che non siano coinvolte anche le società che gestiscono il trasporto.

L’Unione delle Province, per bocca del suo presidente Michele De Pascale, chiede il supporto alle aziende. “Credo che in questo caso vada fatto un mix di uomini in campo. E bisogna prevedere sanzioni esemplari”. Le modalità sono però ancora un’incognita. E il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, pur promettendo collaborazione non nasconde che l’eventuale coinvolgimento del personale del trasporto pubblico locale “comporterebbe un problema”. Per Giuseppe Tiani, segretario del sindacato di polizia Siap, “la parola d’ordine dev’essere proprio “collaborazione”, soprattutto con i sindaci e la municipale, altrimenti non ce la faremo”.

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Il piano del Viminale, dunque, è in realtà un insieme di piani. Saranno fornite ai prefetti delle generiche linee guida nazionali, ma poi sarà in sede del Comitato provinciale di ordine e sicurezza che saranno decise le zone delle città, l’orario e la tipologia di servizi da monitorare. Il massimo sforzo, questo è certo, sarà concentrato nei weekend e nei quartieri della movida, così da funzionare da deterrente. Ogni violazione comporta una multa da 400 a 1.000 euro per chi è sprovvisto del Qr code e per il titolare del locale che non gliel’ha chiesto all’entrata.

Con il doppio regime Green Pass e Super Green Pass, ovviamente, è necessario l’aggiornamento della app di verifica C19, che al momento riconosce solo il certificato verde prima maniera. Il nuovo software, con algoritmo modificato, sarà rilasciato a breve, assicurano dal ministero dell’Innovazione.

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