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ROMA – “Non nomino il nome di De Mita invano, ma i dc anche di sinistra ad Avellino votano per me e quindi per Giorgia Meloni”. Gianfranco Rotondi, il dc nelle cui mani è il simbolo dello Scudocrociato, è candidato nel collegio uninominale di Avellino in quota Fratelli d’Italia. Berlusconiano un tempo di ferro, dice che “ci sono più berlusconiani in FdI che in Forza Italia ormai”. Sfida il grillino Michele Gubitosa.
Rotondi, lei porta i voti democristiani, o quel che ne resta, a Giorgia Meloni? “Sto facendo un canto d’accompagnamento, più che altro, perché il coro è già allestito. La Fondazione De Gasperi nell’aprile scorso in tempi non sospetti, ha fatto un sondaggio su 10 mila intervistati che votarono Dc nel 1992, ebbene la maggioranza ha detto che avrebbe votato Giorgia Meloni. Io sono l’ultimo dc e sono una persona semplice, che ragiona come chi è stato interpellato in quello studio”.
In più è in mano sua il simbolo dello Scudocrociato, è stato vice capogruppo berlusconiano. Come mai ha tradito Berlusconi?“Vi sono più berlusconiani tra gli elettori di Fratelli d’Italia che tra quelli di Forza Italia. Il berlusconismo è come la Dc: si diffonde. La tolda di comando di Azione è democristiana (Mariastella Gelmini) e berlusconiana (Mara Carfagna). Il berlusconismo unisce il Paese”.
Ma Forza Italia è in forte calo di consensi? “Il declino elettorale di FI è la sua vittoria. La rivoluzione berlusconiana ha contagiato la sinistra dal punto di vista della strategia comunicativa. La vittoria di Berlusconi non si misura più attraverso il risultato elettorale”.
Lei è candidato ad Avellino, che fu il feudo di Ciriaco De Mita. Pensa di portare i voti demitiani a Meloni? “Chi nomina il nome di De Mita invano, fa una cattiva azione. De Mita appartiene alla storia e non va evocato in campagna elettorale. Però il mio piccolo merito è che anche dc di sinistra si riconoscono nella mia candidatura e non solo perché sono un vecchio amico in campo, ma perché Giorgia Meloni indossa la toga della politica. Con lei si torna a vedere un politico che si candida alla guida del governo. E’ una politica che spiega di avere attaccato i manifesti e quale è la sua idea per il Paese”.
Il post fascismo di FdI non è un problema? “Mi fa ridere che se ne parli. Giorgia è nata dopo: è post in tutto. La Fiamma nel simbolo non c’entra nulla con il fascismo”.
Ma lei si è iscritto a Fratelli d’Italia? “Sono il presidente di “Verde è popolare” il partito dc e ambientalista. La nostra con FdI è una cooperativa, non ho aderito”.
Moderati insieme con i sovranisti: non è un testacoda? “In certe giornate Meloni è più moderata di me. In altre io sono più arrabbiato di lei. Vedo in futuro la famiglia dei Conservatori accanto al Ppe”.
L’amicizia con Orban non è proprio in questo filone, non crede? “Orban è stato uno dei leader del Ppe. Anche la Cdu tedesca inoltre dialoga con i conservatori europei”.
Sta dicendo che Meloni è come la Merkel? “Nemmeno la Merkel sapeva che sarebbe diventata la Merkel”.
Meloni dovrebbe abiurare il sovranismo? “Se Giorgia dice che la crisi energetica si affronta in Europa, la risposta l’ha già data. Però ci vuole una Europa che si costruisce cercando un impianto valoriale: le alternative al cristianesimo a me non piacciono. Qualcuno che riafferma con forza idee cristiane, ci vuole”.
Ad Avellino il parlamentale uscente è Michele Gubitosa, un pezzo da novanta del M5Stelle. Ma lei pensa di vincere la sfida? “Ho rispetto e anche amicizia per Gubitosa. Non parlo del risultato finale: i candidati che dicono di vincere hanno già perso. Saggezza dorotea”.