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Parità di genere, la svolta nel linguaggio: il nuovo vocabolario Treccani registra il femminile di nomi e aggettivi prima del maschile

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Per la prima volta nella storia dei vocabolari della lingua italiana non viene privilegiato il genere maschile, ma viene registrato anche il femminile di nomi e aggettivi. Di più: l’ordine stabilito è quello alfabetico, quindi cercando – per esempio – la parola “bello”, si troverà prima la forma femminile “bella” e poi il maschile.

Di piccoli cambiamenti si nutrono le grandi trasformazioni, e mentre la politica – forse non abbastanza impegnata in altri temi – discute di modelli genitoriali riferiti a Peppa Pig, laTreccani aggiorna il suo dizionario della lingua italiana. Che, nell’edizione 2022 – nella versione online non ancora aggiornata -, lemmatizza, registra, anche le forme femminili di parole per tradizione sempre registrati al maschile, anche quando quel maschile era usato in forma neutra. “Diretto dai linguisti Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, Il vocabolario Treccani è molto più che la versione aggiornata dell’opera pubblicata nel 2018: è lo specchio del mondo che cambia e il frutto della necessità di validare e dare dignità a una nuova visione della società, che passa inevitabilmente attraverso un nuovo e diverso utilizzo delle parole, promuovendo inclusività e parità di genere”, si spiega sul sito Treccani illustrando questa nuova edizione.

E quindi: via alla registrazione delle professioni declinate al femminile, come architetta, notaia, chirurga e soldata, e sorrideranno ministre e assessore che da tempo chiedono che anche nei documenti ufficiali sia abolita la forma maschile, si dovranno adeguare le donne che preferiscono – e sono ancora tante – declinare la professione al maschile, come la “direttore” d’orchestra Beatrice Venezi.

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E via alla doppia forma in ordine alfabetico: per cui, è uno degli esempi riportati, è vero che “amica, amico” vede prima il femminile, ma “direttore, direttrice”, continua a vedere prima il maschile. “Cercando il significato di un aggettivo come bello o adatto troveremo quindi lemmatizzata, ovvero registrata e quindi visualizzata in grassetto, anche la sua forma femminile, seguendo sempre l’ordine alfabetico; bella, bello; adatta, adatto“, spiega Treccani.

Ancora: attenzione viene messa anche sugli stereotipi di genere, quelli che ci ritroviamo ancora oggi e spesso nei testi scolastici come esercizi di completamento delle frasi, del tipo “la mamma stira, il papà legge il giornale, la mamma cucina, il papà va al lavoro”. Assicura, questa nuova edizione del vocabolario, “nuovi esempi di utilizzo e contestualizzazione ed evidenzia il carattere offensivo di tutte le parole e di tutti i modi di dire che possono essere lesivi della dignità di ogni persona”, e però bisogna sperare che sia letto anche da chi fa i libri per la scuola. Perché la lingua si evolve, ma chi si occupa della lingua non lo fa con gli stessi tempi.

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