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BARI – Tra tutti, c’è un aspetto che appare particolarmente interessante di questa visita elettorale di Enrico Letta al Sud, e in Puglia in particolare. Sui contenuti c’è stata la presentazione ufficiale de “La carta di Taranto”, il “piano del Pd per il Mezzogiorno” ha spiegato il segretario elencando le sette linee di impegno del centrosinistra tra ambiente, lavoro e sanità. Sulle dialettica c’è stata una delle battute forse più riuscite in questa campagna elettorale: “Rischiamo di avere una donna premier che porta avanti politiche maschiliste. Allora è molto meglio un uomo premier che porta avanti politiche femministe”. E si è registrato anche un cambio di registro, forse non voluto: “Devono sputare sangue per cambiare quello che abbiamo costruito” ha detto il presidente della Puglia, Michele Emiliano, raccogliendo il plauso di Letta e scatenando le reazioni della destra: “Espressione violenta e minacciosa. Invitano alla sovversione” ha tuonato Giorgia Meloni.
Ma, si diceva, l’aspetto più inaspettato è stato il messaggio che Letta,insieme con l’ex ministro Francesco Boccia, Emiliano e il sindaco di Bari,Antonio Decarohanno voluto lanciare agli amministratori locali che sono stati convocati per questi 15 giorni di campagna elettorale: “Guardate, che in Puglia vinciamo”. Non erano parole di circostanza, motivazionali, quelle del segretario. Erano qualcosa di più di una speranza. Una consapevolezza che sta nascendo in questi ultimi giorni e che arriva soprattutto da una ragione esterna al Partito democratico: in Puglia, e più in generale nel Mezzogiorno, si sta assistendo a una rimonta importante, se non importantissima, del Movimento 5 Stelle. Che sembrerebbe raccogliere consensi tra gli indecisi e tra chi invece aveva valutato di votare per il centrodestra, e per la Lega soprattutto. Una rimonta così importante da rischiare di mettere sottosopra il quadro inizialmente previsto: e cioè cappotto nei collegi uninominali, con il centrodestra quasi a un voto su due nel proporzionale. “Rischiamo di finire invece con una volta a 3”, ragiona un altissimo dirigente del partito, a poca distanza dal segretario nazionale, “una volata in cui i 5 Stelle potrebbero essere anche il primo partito. Ma Fratelli d’Italia finire anche terzi. Così è tutto riaperto”. Tanto riaperto che a Lecce gli uomini di Emiliano – il candidato èSebastiano Leo, assessore regionale – a Bari quelli di Decaro – dove in campo c’è la scienziataLuisa Torsi– ritengono i collegi contendibili.
La scelta di Letta di parlare di Sud proprio da Taranto è, chiaramente, non un caso: negli ultimi dieci anni questa è stata la terra delle promesse quasi sempre disattese, il luogo dove propaganda e immobilismo si sono spesso incontrati. “Qui abbiamo voluto presentare un impegno” ha detto con accanto i due governatori di centrosinistra, Emiliano appunto e il campano Vincenzo De Luca. E quello che c’è nella “carta di Taranto” è un impegno ambizioso. Che pone una netta separazione con il programma del centrodestra: c’è più pubblica amministrazione, sanità. E soprattutto più Sud. Sette sono le “linee di azione” previste per “non rendere possibile – dice Letta – un nuovo scippo dei fondi destinati al Mezzogiorno dal Pnrr come la Lega vuole fare: il 40 per cento dei fondi dovranno essere spesi qui”.
Tra gli impegni: 300mila nuove assunzioni entro il 2024 nella pubblica amministrazione con “procedure trasparenti”, con 120mila nuovi dipendenti all’anno fino al 2029. “Dichiarazione delirante” ha commentato il leader del terzo polo, Carlo Calenda. “Soltanto una profonda rigenerazione dell’amministrazione pubblica consente la riduzione dei divari territoriali” ribatte invece il vicesegretario del Partito, Peppe Provenzano. Sull’ambiente la promessa è quella di investire su rinnovabili e transizione verde, con “una rete di grandi poli di formazione”. E l’idea è quella anche di arrivare al ciclo integrale dei rifiuti, “Sette per cento del Pil destinata alla spesa sanitaria” con un piano straordinario sul personale. E “fiscalità di vantaggio per il lavoro”. “Non sono promesse: lo facciamo appena saremo al governo” giurano. “Perché – conclude il segretario dal palco di Foggia – la Puglia è diventata una delle regioni d’Italia che per una serie di dinamiche sta facendo svoltare le prospettive della campagna elettorale”. Vista da qui, sembra una cosa a cui credono per davvero.