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VERONA – Da patrimonio mondiale Unesco, al rischio di spendere un patrimonio per le bollette dell’elettricità. Si delinea un orizzonte cupo e ancora incerto per i mercatini di Natale a Verona, gemellati con il “Christkindlmarkt” di Norimberga e punto di riferimento ogni anno per quasi 5 milioni di visitatori. Ma soprattutto un evento in grado di muovere un indotto economico stimato tra i 25 e i 30 milioni di euro.
Gli espositori del settore hanno dato l’allarme perché, dicono, non era mai successo che quasi a metà settembre la rassegna e le relative assegnazioni non fossero già state definite. Soprattutto se si considera che i mercatini dovrebbero partire a metà novembre, per terminare il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano.
Invece all’ombra dell’Arena di Verona pare regni l’incertezza, complice una serie di fattori che si sono accavallati. Primo tra tutti l’aumento esorbitante dei costi energetici, che renderebbe non più sostenibile l’attività degli espositori presenti in piazza dei Signori e in cortile Mercato vecchio. Ma non è da sottovalutare nemmeno il rallentamento della “macchina” organizzativa dovuto al cambio di amministrazione comunale. La destra di Federico Sboarina è stata sconfitta dalla coalizione di sinistra che ha sostenuto Damiano Tommasi. E’ quindi possibile che il sistema organizzativo ormai radicato, venga in qualche modo rivisto. Terzo elemento preoccupante è la linea intransigente della Sovrintendenza diretta da Vincenzo Tiné, sempre più deciso a riordinare concessioni e plateatici con una notevole cura dimagrante.
Insomma, nessuna buona notizia all’orizzonte per Luciano Corsi, responsabile del comitato che organizza i Mercatini di Natale veronesi, che al quotidiano l’Arena manifesta tutta la sua preoccupazione: “A circa due mesi dal via della quindicesima edizione dei mercatini siamo completamente fermi” rivela. “Oltre all’enorme problema dell’energia, dobbiamo capire che restrizioni ci saranno sia sul fronte sicurezza che su quello del decoro eventualmente dettato dalla Soprintendenza. Nei mesi scorsi l’organizzazione è andata avanti ma ora è in stallo quando invece dovremmo chiudere: siamo quasi fuori tempo massimo, pericolosamente vicini al punto di non ritorno”.
Va detto che i mercatini di Verona ospitano circa 100 espositori. Negli anni precedenti, come evidenzia l’Arena, per ciascun espositore veniva fatto un calcolo forfettario sul consumo di energia elettrica, che era quotata 0,25 euro a chilowattora. Oggi il costo sta sfiorando 1 euro a kwh e potrebbe aumentare. “L’incertezza della situazione ci impedisce di fare conteggi” continua Corsi.
“Ci stiamo lavorando, stanno dialogando gli assessorati al Commercio e al Turismo, per capire quali saranno le modalità per questa edizione”, fanno sapere dall’amministrazione comunale.