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ROMA – Domenica la Lega si radunerà sul pratone di Pontida tre anni dopo l’ultima edizione, il Pd invece porterà tutti i suoi amministratori locali a Monza: scelta simbolica, visto che la città fu strappata a sorpresa al centrodestra giusto due mesi e mezzo fa, contro ogni pronostico. Il Monza era stato appena portato in serie A da Silvio Berlusconi, che è di casa. E invece Paolo Pilotto fece il miracolo, rimontando sette punti all’uscente Dario Allevi. Comunque, con questa scelta Enrico Letta chiama la classe dirigente dem sui territori, i sindaci fiore all’occhiello del partito, “l’unico con un vero radicamento da nord a sud e con un “problema” di abbondanza di classe dirigente”, dicono i suoi. Da Milano a Bergamo passando per Firenze e Bologna, il segretario pd ha invitato tutti a esserci. Non solo per oscurare la giornata leghista, ma soprattutto per provare a valorizzare le esperienze vincenti delle ultime due elezioni amministrative. E poi del resto, come dice ad esempio il primo cittadino milanese Beppe Sala, “buona parte del risultato elettorale si gioca al nord, che chiede un posizionamento chiaro e tende a fidarsi dei sindaci, quindi è giusto dare il nostro contributo”.
Il giorno dopo il confronto con Giorgia Meloni, la sensazione al Nazareno è quella di aver dato filo da torcere alla presidente di Fratelli d’Italia. Letta ha analizzato il faccia a faccia con degli esperti di comunicazione dell’università parigina SciencePo, che hanno promosso a pieni voti il botta e risposta sul tema dei diritti. Ma più che altro è stato importante far passare il messaggio politico per cui la sfida vera del 25 settembre è a due, tagliando fuori Carlo Calenda e Giuseppe Conte. Parlando con i candidati via Zoom ieri in mattinata, Letta ha spiegato che “quel format è il frame di questa campagna: o noi o loro”.
Intanto per orientarsi in una campagna elettorale fittissima, in casa dem è stato creato un sito riservato ai soli candidati, che possono entrare con i propri username e password, soprannominato “la bussola”. L’idea di questa piattaforma era nata la scorsa primavera ad un incontro-seminario a Monaco di Baviera dei responsabili della comunicazione dei partiti socialisti e socialdemocratici di tutta Europa; in teoria ci doveva essere più tempo per implementarla e la caduta del governo ha complicato i piani, oltre ad aver allontanato la contendibilità delle elezioni, visto lo strappo con i 5 Stelle. In questo portale si trovano, in aggiunta alla quotidiana rassegna stampa, le “argomentazioni di attacco” e le “argomentazioni di difesa” su ogni proposta programmatica, quelle proprie e quelle degli altri partiti. Un modo per uniformare la campagna e allo stesso tempo allenare i candidati a controbattere agli avversari, a confutarne le argomentazioni. Nella “bussola” ci sono 46 schede su temi caldi – dalla flat tax all’energia, per intenderci – piene di dati e riferimenti per non farsi trovare impreparati.
Ancor più interessante è il lavoro messo in piedi con l’ausilio degli scienziati dei dati, focalizzato su 60 collegi considerati contendibili. I candidati, ma anche i leader nazionali che girano il Paese, possono trovare sintetizzate le caratteristiche e i punti su cui far breccia in un determinato territorio. Se ad esempio in un tale collegio l’età media è alta, se i giovani trovano lavoro o vanno a cercarlo altrove, se ci sono opere pubbliche che fanno discutere, crisi industriali e così via. A quel punto vengono messi in risalto i punti del programma più attinenti. Un modo insomma per andare a toccare le corde giuste, zona per zona. Altra accortezza in questo senso, da inizio di campagna Letta ha rilasciato oltre trenta interviste sui giornali locali, proprio per dare il senso di vicinanza e importanza ai territori. La missione non è semplice, i numeri dei sondaggi riservati non sembrano dare segnali di particolare miglioramento. Ma con una manovra a tenaglia – il centrosinistra che cresce al nord e al centro, gli ex amici del M5S che rubano voti al centrodestra al sud – il 26 settembre Meloni e soci potrebbero svegliarsi con una vittoria mutilata.