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Scuola, restano le classi pollaio, diminuiscono gli iscritti ma anche gli spazi: in aula fino a 30 studenti

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Non sono bastati due anni di pandemia e l’esigenza di ridurre l’affollamento delle aule per ragioni igienico-sanitarie a scongiurare le classi pollaio. Perché anche quest’anno nelle scuole italiane i docenti dovranno fronteggiare aule con 28, 29 e 30 alunni. E probabilmente non basterà arieggiare i locali scolastici per evitare influenze e altre malattie trasmissibili attraverso l’aria. Un fenomeno, quello delle classi sovraffollate, che oltre a essere controindicato dalle norme igieniche rende più difficile ai docenti, se non impossibile in parecchi casi, individualizzare l’azione educativa per seguire con maggiore attenzione gli alunni più fragili. E nulla hanno prodotto le promesse della politica che si è impegnata a più riprese perché, approfittando del calo della popolazione scolastica, le superclassi diventassero un semplice ricordo. Le classi-pollaio restano. 

Studenti in calo… ma anche le aule

I primi dati pubblicati dal ministero dell’Istruzione sull’anno scolastico appena iniziato mostrano che al calo di 121mila alunni maturato in appena 12 mesi è corrisposto un decremento di 2.346. A conti fatti, il rapporto alunni-classi è calato, ma di poco. Passando da 20,1 a 19,9. Basta fare un giro “virtuale” attraverso i siti delle scuole per rendersi conto che ancora molte prime classi hanno un numero di alunni iscritti piuttosto elevato. Soprattutto in alcuni indirizzi del superiore dove le richieste abbondano e i dirigenti scolastici cercano di accontentare il maggior numero di famiglie possibile.

Oltre 28 alunni per classe

Avrà 29 alunni iscritti la prima A del liceo musicale Galizia di Nocera Inferiore in provincia di Salerno. Stesso numero di alunni per la prima A dello scientifico Federico Caffè di Roma. E non sono soltanto i licei ad avere gruppi affollati. Saranno 28 gli studenti di tre classi (la prima A, la prima B e la prima C) dell’istituto tecnico Galileo Ferraris di Molfetta, nel barese. Mentre in prima A all’istituto alberghiero Tor Carbone-Alessandro Narducci di Roma si ritroveranno addirittura in 30. Alcuni indirizzi vengono letteralmente presi d’assalto perché innovativi, come il liceo classico Cambridge del Tito Lucrezio Caro della capitale che ospiterà 56 studenti in due classi prime.

Il problema della sicurezza

Aule che accoglieranno le matricole abbastanza affollate anche allo scientifico Cavour di Roma: 30 ragazzi in prima B e in prima F e non meno di 27 nelle altre prime. E ancora: da 27 a 29 alunni nelle quattro prime dello scientifico Barsanti-Matteucci di Viareggio, in Toscana. Sono tre le norme che intervengono sull’affollamento delle classi: l’ordinanza annuale sulla formazione degli organici, un decreto del ministero dell’Interno del 1992 sulle Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica e il decreto del ministero del Lavori pubblici del 1975 che si occupa delle Norme di progettazione degli edifici scolastici in Italia. Il secondo stabilisce che, per agevolare l’evacuazione in caso di incendio, l’affollamento massimo per aula non deve superare le 26 unità: 25 alunni più un docente. E 24 alunni più due docenti se in classe è presente anche quello di sostegno.

Anche la didattica ne risente

Le norme sulla progettazione delle aule al superiore assegnano 1,96 metri quadrati a studente. Mentre le regole per la formazione degli organici sono più elastiche e prevedono che in una classe possano entrare anche 30 alunni. Di volta in volta, dovendo rispettare tutte e tre le normative, occorrerebbe rifarsi alla più restrittiva. Ma ci sono ragioni didattiche per non andare oltre un certo numero di alunni: è opinione diffusa tra i docenti che insegnare a un gruppo di venti alunni non è la stessa cosa che seguirne trenta.

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