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Diecimila anni fa, i genitori portavano i neonati nel marsupio. Nuove scoperte sbocciano dal ritrovamento, neppure un anno fa della più antica sepoltura di una neonata, trovata in Europa, nella grotta dell’Arma Veirana a Erli, nel Savonese, in Liguria. Già il ritrovamento della tomba della bambina, chiamata dagli studiosi Neve, con un corredo di settanta conchiglie forate e un artiglio di gufo reale, aveva fatto il giro del mondo, per la sua eccezionalità. Adesso, però, lo stesso gruppo internazionale di ricercatori ha pubblicato un nuovo articolo, pubblicato sul Journal of Archaeological Method and Theory, in cui presenta lo studio di questo corredo, gettando nuova luce su pratiche e costumi degli ultimi cacciatori-raccoglitori liguri del primo Olocene. “
“Sebbene i ricercatori non sappiano ancora quando i primi uomini anatomicamente moderni (Homo sapiens) abbiano iniziato a usare i marsupi per i loro neonati, e’ quasi ovvio pensare che tali borse fossero comuni durante la preistoria, almeno quella piu’ recente, per la necessita’ da parte dei genitori di poter svolgere diverse attivita’ mentre si occupavano della prole”, viene spiegato. I materiali con cui erano fatti questi marsupi non si conservano e poiché le sepolture di neonati così antiche sono rarissime, l’uso preistorico dai marsupi per portare i neonati era fino ad ora soprattutto ipotizzato. Questo studio avanza nuove ipotesi sul loro utilizzo così antico.
A rivelare la presenza del marsupio nella sepoltura sono state proprio le moltissime conciglie forate, subito gli archeologi ipotizzarono che fossero decorative e che fossero state applicate su un tessuto scomparso: “L’analisi delle diverse conchiglie ritrovate nella sepoltura si e’ avvalsa di modelli fotogrammetrici 3D ad alta definizione, nonche’ di osservazioni al microscopio e con microCT, per documentare in dettaglio come queste siano state manipolate dalla comunita’ a cui apparteneva la piccola neonata e il perche’ siano state poi deposte nella sua tomba – si legge nello studio – i risultati della ricerca mostrano che le conchiglie marine erano state cucite su un supporto in pelle (o stoffa?) che ancora avvolgeva Neve al momento della sua sepoltura. La maggior parte di queste presenta marcati segni d’usura, che non possono certamente essere stati prodotti durante la breve vita della neonata. Ciò dimostra che queste conchiglie erano state indossate per un periodo di tempo considerevole da altri individui della stessa comunità, prima di essere poi cedute a lei, quali gioielli di famiglia o talismani. Considerando lo sforzo necessario a mettere insieme un tale gruzzolo di perline, accumulate e riutilizzate nel tempo, e’ notevole osservare come il gruppo di cacciatori-raccoglitori mesolitici abbia poi deciso di separarsi da questi preziosi oggetti in occasione della sepoltura di un individuo cosi’ giovane, lasciandoli cuciti a quello che, verosimilmente, era il marsupio della piccola Neve”.
Gli studiosi, basandosi sull’osservazione di alcune societa’ contemporanee di cacciatori-raccoglitori, hanno analizzato come i marsupi per neonati vengano ornati e adoperati: “Si e’ anche supposto che la comunita’ di Neve potesse aver decorato il marsupio della bimba con conchiglie attribuendo poteri di amuleti – viene spiegato – in occasione della sua morte prematura, pero’, si preferì forse abbandonare nella tomba questi amuleti che avevano fallito nella loro funzione protettiva, allontanandoli per sempre dalla comunità”.