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Cittadinanzattiva: nelle scuole italiane 45 crolli in un anno

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ROMA – L’associazione Cittadinanzattiva ha allestito un osservatorio sul patrimonio immobiliare scolastico da quando, vent’anni fa, una scuola crollò a San Giuliano in Puglia soffocando ventisei bambini. E vent’anni dopo l’osservatorio registra 45 crolli, tra settembre 2021 e agosto 2022, dieci in più dell’anno scorso. Sono stati senza gravi conseguenze, per fortuna. Sono avvenuti lontani dagli orari di lezione, di notte, nel weekend. Nel 2019, anno da primato per i distacchi in classe, i crolli registrati dalla stampa furono 47: il problema, si vede, resta irrisolto.

Più della metà degli istituti scolastici italiani resta senza certificazioni di agibilità statica (58 per cento) e di prevenzione incendi (55 per cento). Vent’anni dopo, il 40 per cento non ha ancora avuto collaudo statico. È un messaggio così usurato, quello delle scuole malconce, che si rischia di non ascoltarlo. 

Scuole a rischio: distacchi e crolli ogni tre giorni dall’inizio dell’anno

di ILARIA VENTURI

02 Aprile 2019

D’altronde, il patrimonio edilizio scolastico è vecchio: più del 40 per cento dei plessi è stato costruito prima del 1976. Gli istituti secondari di secondo grado mostrano, più degli altri, le crepe dovute all’età, i ritardi degli interventi conservativi e una lunga interruzione nell’assegnazione dei fondi alle Province, enti proprietari degli immobili depauperati di risorse finanziarie, tecniche, professionali. Nel Lazio il certificato di prevenzione lo ha solo una scuola su dieci, in Calabria e Sardegna due su dieci.

Rischio terremoto

Sono undici le regioni che hanno comuni in zona 1, quella a elevato rischio sismico. Tutte, a eccezione della Sardegna, hanno municipi e scuole in zona 2 (rischio medio-elevato). Sono 4,3 milioni i bambini e i ragazzi che risiedono in queste due aree. Eppure gli edifici migliorati e adeguati sismicamente sono soltanto il 2 per cento. Leprove di evacuazione, obbligatorie almeno due volte l’anno, nel 2020-2021 sono state effettuate in poco più della metà delle scuole (56%).

Superiori sovraffollate

Nell’anno scolastico 2021-2022 gli studenti iscritti agli istituti secondari di secondo grado sono stati 2.661.856, pari al 36 per cento del totale degli studenti. Gli edifici delle superiori sono 7.143, il 18 per cento del totale. Per un terzo neppure si conosce il periodo di costruzione. Sono, ancora, 9.974 le classi delle superiori con più di 26 studenti all’interno, l’8 per cento. I licei scientifici hanno il maggior numero di classi con non meno di 27 studenti, il 13 per cento del totale.

Gli investimenti del Pnrr

Si legge nel rapporto di Cittadinanzattiva: “A partire dal 2015 i governi hanno investito in maniera importante sull’edilizia scolastica del nostro Paese. Ora, grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza, arrivano altri 12,6 miliardi di euro per l’ammodernamento e la messa in sicurezza di molti istituti, la costruzione di nuove scuole (ancora poche), di ambienti digitali, di mense, di palestre e di servizi 0-6″. A eccezione dei nidi, le richieste degli Enti locali sono state di gran lunga superiori alle disponibilità offerte dal Pnrr. Rispetto ai 216 le richieste per costruire nuovi edifici scolastici sono state 543; 444 le palestre ammesse a finanziamento su 2.859 richieste; 1.000 le mense su 1.088 domande. 

Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, dice: “Chiediamo un impegno importante alle forze politiche affinché diano continuità agli stanziamenti per l’edilizia scolastica, oltre il Pnrr. Bisogna garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole e investire sulla salute a partire dalla ventilazione nelle aule”.

Basta con le classi seggi elettorali

Tra le dieci priorità indicate da Cittadinanzattiva a proposito di scuola, la prima chiede di sostenere economicamente i comuni affinché spostino i seggi elettorali in sedi alternative rispetto alle scuole e si sperimenti il voto elettronico, come previsto dal Decreto legge 41/2022. Per le ormai vicine elezioni del 25 settembre, si propone ai dirigenti scolastici di non interrompere le attività didattiche ma di proseguirle all’esterno.

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