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Cartoni porno e abusi alle nipotine: “Era Satana a costringermi a farlo”

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Per anni ha abusato delle sue nipoti, costringendole a subire rapporti quando sbagliavano le tabelline, o semplicemente mentre guardavano la televisione. E quando è stato scoperto ha provato ad “attribuire il suo comportamento a Satana”. 

Il giudice Corrado Cappiello. Il cinquantenne romano è stato arrestato lo scorso 29 agosto con l’accusa di violenza sessuale su minore.

Una vicenda terribile dove Satana non c’entra. Ma l’incubo vissuto dalle due vittime, due sorelle, assomiglia comunque a un girone dantesco dell’inferno.

Avevano 5, al massimo 6 anni quando i loro genitori le affidavano alle cure dello zio, il fratello della madre che abitava nello stesso palazzo delle ragazzine, alla periferia sud di Roma.

Le violenze sarebbero andate avanti per anni e sono emerse solo quando la bambina più grande, 12 anni, ha rivelato ai genitori ciò che accadeva quando era da sola con lo zio. È emersa la una realtà terribile.

Una delle due nipoti ha ricordato di “quando aveva 7 anni, d’estate – dicono gli atti – e lo zio, mentre guardavano dopo pranzo un film o giocavano con il tablet” allungava le mani sulle ragazzine. Oppure di quando la costringeva a guardare film o cartoni animati pornografici.

“Un giorno, quando aveva circa otto anni – ha detto la vittima agli investigatori – dopo essere entrata nella camera dello zio per ripetere le tabelline…lo zio ad ogni suo errore” avrebbe imposto punizioni orribili.

Le violenze inizialmente sarebbero avvenute due volte al giorno, poi sempre più frequentemente.

L’uomo, che vive grazie alla rendita di alcuni immobili, avrebbe raccomandato alle nipoti di non dire niente: “non avrebbero dovuto parlarne con nessuno perché era una ‘forma affettiva”, si legge nell’ordinanza con cui il giudice ha disposto l’arresto dell’uomo, lo stesso atto in cui viene rivelato che il cinquantenne chiedeva a una della bambine “di sposarla”. 

Quando è emersa la verità la famiglia si è trasferita in un altro stabile e ha denunciato i fatti. Lui ha provato a dare una spiegazione inviando un messaggio a una parente: “Chiedeva perdono alla sorella per tutto il male causato alla sua famiglia, attribuendo il suo comportamento a Satana”.

L’uomo ora prova ad uscire di prigione: il suo avvocato ha presentato un ricorso al tribunale del Riesame, visto che il gip lo ha già rigettato. “Il suo posto è in carcere. Adesso dobbiamo pensare al bene delle bambine”, incalza Vittoria Santoro, la penalista che assiste le vittime.

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