[ Leggi dalla fonte originale]
La fune traente della funivia del Mottarone si è spezzata “a causa del degrado della fune stessa verificatosi in corrispondenza dell’innesto della fune nella testa fusa, punto più delicato della fune”. Lo scrivono i periti tecnici nel documento depositato ieri alla cancelleria del gip di Verbania.
“La causa della precipitazione della cabina n. 3 della funivia – aggiungono – è stata l’inserimento di esclusori di funzionamento al sistema frenante di emergenza previsto da norma e presente nella cabina n. 3. Tali esclusori hanno impedito, in occasione della rottura della fune traente, che il sistema frenante di emergenza si attivasse andando bloccare in sicurezza la cabina sulla fune portante”.
“L’analisi frattografica – prosegue la perizia – ha infatti mostrato che, in corrispondenza del punto di rottura della traente, il 68% circa dei fili presenta superfici di frattura che testimoniano una rottura a fatica e fatica/corrosione dei fili ragionevolmente antecedente la precipitazione del 23 maggio 2021”.
Sulle condizioni della fune traente non sono stati effettuati, almeno negli ultimi mesi prima della strage, i controlli previsti dalla legge. Lo scrivono i periti incaricati dal Tribunale di Verbania nell’ambito dell’incidente probatorio sulla tragedia delle funivia del Mottarone.
“Al fine di ridurre al minimo i rischi di precipitazione della cabina – scrive il collegio presieduto dal professor De Luca dell’universita’ di Napoli – la prescrizione di normativa, oltre a prevedere la gia’ citata presenza e disponibilita’ del freno di emergenza agente sulla fune portante, richiede anche che vengano condotti specifici e programmati controlli alla fune traente in corrispondenza dell’attacco della medesima con la testa fusa finalizzati alla sostituzione della testa fusa all’apparire dei primi segnali di degrado. Questo proprio perche’ e’ noto (cfr Circolare 130/1987) che in corrispondenza di tale innesto con piu’ probabilita’ possano avvenire rotture a fatica e fatica/corrosione di questo tipo”.
“Dalle analisi mostrate nella presente perizia – prosegue – con ragionevole certezza ingegneristica, si dimostra che (…) negli ultimi mesi i controlli, peraltro non ritrovati in alcun registro, non sono stati effettuati; una corretta attuazione dei controlli stessi avrebbe consentito di rilevare i segnali del degrado, ovvero la presenza di anche un solo filo rotto o segni di corrosione, e quindi di sostituire la testa fusa, cosi’ come previsto da norme”.