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Alluvione Marche, l’imprenditore neopapà, che in un attimo ha perso tutto: “Doveva essere un momento di felicità ma è arrivata questa mazzata”

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BARBARA (ANCONA) – Prima è nato Ulisse e cinque giorni dopo è iniziata l’odissea per il suo papà. Massimo Petrolati fino al 14 settembre era a capo di una delle aziende più floride di Barbara, la Map, che produce macchinari agricoli. Era, ed è, anche un uomo felice perché è diventato papà per la seconda volta. Il suo bambino è nato il 10 settembre e il 15 l’alluvione ha spazzato via l’azienda di famiglia. Sono rimasti soltanto i fiocchi azzurri che papà Massimo aveva sistemato tutt’attorno alla ringhiera. “La forza di mio figlio, quei fiocchi hanno resistito alla piena“, dice Massimo Petrolati mentre dirige i lavori di sgombero

“Adesso spero che il mio Ulisse mi accompagni e mi dia la voglia di andare avanti in questo viaggio doloroso per me e per tutta la mia famiglia”, si volta verso la Map ridotta a un ammasso di lamiere informi. I capannoni sono stati passati da parte a parte dai tronchi d’albero arrivati con l’esondazione del Nevola.

La Map è un’impresa che si estende per mille e 800 metri in contrada Coste, diventata la valle della morte. E’ lì che tre vittime dell’alluvione del 15 settembre, sono state trascinate dalla furia di acqua e fango, massi e alberi: Erina è morta a 77 anni nella casa del compagno Primo, Brunella Chiù, 56 anni è ancora dispersa, e il corpo della figlia Noemi di 17 anni è stata ritrovata il 16 settembre sulla Corinaldese.

“Nei giorni più felici per me e mia moglie è arrivata questa mazzata. Abbiamo perso 1,2 milioni di euro. E’ questa la stima iniziale e ancora devo fare l’inventario del capannone di produzione”, racconta ancora l’imprenditore. Che non si dà pace: “Nel 2014 nella mia azienda non era entrata nemmeno una goccia d’acqua. I tronchi che ho trovato in azienda sono tutti secchi, quel letto del fiume è stato abbandonato. Tutto questo era stato creato dal mio babbo nel 1961, era il futuro dei miei figli. Adesso non so come finirà”.

Il giorno dell’alluvione, la beffa. “Proprio il 15 settembre – ricostruisce l’imprenditore – a casa mia è arrivata una lettera del Consorzio bonifica. È il pagamento di 90 euro da saldare per le pulizie dei terreni attorno a casa mia”.

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