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Terzo polo, programma elettorale: rigassificatori, legge contro l’omotransfobia, salario minimo e incentivi per le imprese under 35

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L’obiettivo di Carlo Calenda e Matteo Renzi è quello di attirare il voto moderato, sia di centrosinistra che di centrodestra. Per questo alle elezioni del 25 settembre l’alleanza Azione e Italia Viva  punta a tenere insieme il liberalismo di centrodestra e il riformismo democratico caro al centrosinistra: dalla legge contro l’omotransfobia all’utilizzo dell’energia nucleare. Ecco cosa prevede il programma del Terzo Polo guidato da Carlo Calenda e Matteo Renzi. 

Energia e ambiente 

Per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico, nel complesso la strategia del Terzo polo si basa su un mix composto da più fonti: fossile, rinnovabile e nucleare. Nel breve periodo l’obiettivo principale è quello di superare la dipendenza energetica dalla Russia. Come? Attraverso la costruzione di due rigassificatori galleggianti, aumentando la produzione nazionale di metano e istituendo un tetto al prezzo del gas a livello europeo. Sul fronte delle rinnovabili viene chiesto di accelerare il processo di individuazione delle aree idonee alla loro costruzione. Nel medio periodo, invece, l’obiettivo è quello di centrare i target europei di diminuzione delle emissioni, -55 per cento entro il 2030. Per farlo, all’interno del programma, vengono sì citate le fonti green ma viene anche sottolineata la necessità di costruire sistemi di cattura e stoccaggio della Co2 prodotta dalle centrali termoelettriche. “È inoltre fondamentale – si legge –  disaccoppiare il prezzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili da quello dell’energia da fonti fossili per ridurre il prezzo medio”. Nel lungo periodo, infine, viene individuato il nucleare come una componente essenziale del mix energetico che dovrebbe portare l’Italia a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni entro il 2050. Un target che – secondo il Terzo polo – sarebbe impossibile da raggiungere con il solo apporto di eolico e solare. Nel programma sono citate anche soluzioni contro la crisi idrica e per efficientare il ciclo dei rifiuti. Su quest’ultimo punto viene proposta la costruzione di nuovi impianti, termovalorizzatori inclusi.

Lavoro e reddito di cittadinanza 

Il fine è quello di ridurre il costo del lavoro e combattere il precariato. Per farlo Azione e Italia Viva propongono di istituire una sorta di salario minimo che passi per una riforma delle rappresentanza sindacale con l’obiettivo di combattere “il fenomeno dei contratti-pirata” e che assicuri “la massima copertura di ogni tipologia di lavoro residuale”. Sul fronte della precarietà si propone l’abolizione dei cosiddetti “mini-contratti” e la reintroduzione dei voucher. Ampio spazio viene dato alla riforma del reddito di cittadinanza. Secondo il Terzo polo – da sempre critico nei confronti della misura sostenuta da M5s e centrosinistra – andrebbero inserite modifiche che incentivano maggiormente il percettore ad entrare nel mercato del lavoro. Due le strade. La prima: stop al sussidio dopo il rifiuto della prima offerta di lavoro. La seconda: consentire alle agenzie private di affiancare i centri per l’impiego per l’individuazione del lavoro da proporre al beneficiario. 

Fisco 

“Un status-quo vecchio ed inefficiente”, lo definisce il programma. Per quanto riguarda l’Irpef, il Terzo polo propone una riforma incentrata sulla semplificazione complessiva della struttura delle aliquote. Non solo: viene proposta una detassazione specifica per i giovani (totale fino a 25 anni e ridotta al 50 per cento fino a 29) e l’introduzione della tassazione negativa sul modello anglosassone; ovvero –  si legge – un’integrazione dello Stato sulle retribuzioni inferiori al minimo esente. Sul fronte Irap viene chiesta l’abolizione anche per le aziende, mentre per l’Iva la proposta è quella di creare un sistema a due aliquote, una ridotta e una ordinaria. Il programma prevede inoltre di abbassare la tassazione sul risparmio e di creare uno scivolo di due anni per i lavoratori autonomi che superano la soglia reddituale del regime forfettario. 

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Diritti  

Il primo punto del capitolo dedicato ai diritti riguarda l’approvazione di una legge contro l’omotransfobia, l’equivalente del ddl Zan affossato nell’autunno dell’anno scorso. In più viene chiesta l’istituzione dell’Autorità Nazionale Indipendente per la Tutela dei Diritti Umani. Il terzo punto riguarda la tutela di disabilità, attraverso – in sintesi – un piano shock per la piena accessibilità a edifici e mezzi pubblici, l’eliminazione delle barriere architettoniche e la messa a terra di un piano per “l’abitare civile” basato su interventi anti-segregazione. Viene prevista, inoltre, la possibilità per studenti e lavoratori fuorisede di votare fuori dal proprio comune di residenza. Per quanto riguarda le pari opportunità, il Terzo polo propone di sostenere l’imprenditoria femminile potenziando il Fondo apposito istituito con la legge di bilancio 2021. Sul fronte del sostegno alla maternità, viene proposto un incentivo post-maternità per le lavoratrici che rientrano al lavoro o iniziano un nuovo impiego, un sostegno alle imprese per le spese di sostituzione di maternità e la riforma dei congedi aumentando quello di paternità.

Giovani

Il primo obiettivo di Azione e Italia Viva è quello di incentivare l’imprenditoria giovanile attraverso l’istituzione di uno sportello ad hoc presso i centri dell’impiego. Un servizio – si legge nel programma – finanziato con 200 milioni del Pnrr e indirizzato agli under 35 che desiderano avviare un’attività. Sul fronte degli stage, viene proposto di fermare l’uso improprio dei tirocini extra-curricolari e di regolare quelli curricolari “per assicurare che siano esperienze realmente formative e non soltanto atti dovuti all’interno del percorso di istruzione”. Gli altri punti del programma prevedono di investire sulle competenze digitali dei giovani e di rafforzare i servizi di orientamento “per addolcire la transizione tra formazione e lavoro”. 

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Riforme

Tre i punti principali descritti nel programma del Terzo polo. Il primo riguarda l’abolizione del bicameralismo perfetto, vecchio cavallo di battaglia targato Matteo Renzi. All’interno del paragrafo dedicato, però, non vengono indicate modifiche specifiche per il raggiungimento di tale obiettivo. Se ne parla come un mezzo per “velocizzare l’iter di approvazione delle leggi senza dover abusare dello strumento dei decreti legge di urgenza e della apposizione della questione di fiducia”. Non è chiaro, dunque, come la riforma intenda superare il bicameralismo attuale. Il secondo punto riguarda la riforma del titolo V della Costituzione. Qui viene chiesto un riordino preciso delle competenze attribuite a comuni, regioni e governo. “Deve essere chiaro ‘chi fa cosa’”, si legge. Il terzo e ultimo punto, invece, riguarda la creazione del cosiddetto “sindaco d’Italia”, ovvero l’elezione diretta del presidente del consiglio. L’obiettivo è quello di garantire maggiore stabilità e di ripristinare il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni. 

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