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Alla vigilia del voto il pedagogista Daniele Novara non sta zitto convinto, com’è, che “l’educazione è politica”. Per questo ha deciso di scrivere un appello, pubblicato in Facebook. Sette punti, con la premessa che “votare non è solo un diritto, ma la precisa necessità di una buona educazione: alla politica, alla gestione del bene comune, alla responsabilità condivisa”. Punti che, pur senza nominare la destra, contestano posizioni riferibili a Fdi e Lega. Tra le indicazioni del pedagogista, uno dei più noti e autorevoli in Italia, fondatore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti di Piacenza, c’è quella di votare e a far votare chi “difende i diritti di tutti i bambini e le bambine e non solo di quelli italiani”. Riferimento esplicito a chi non vuole riconoscere lo Ius Scholae, il diritto alla cittadinanza italiana a chi è cresciuto tra i nostri banchi di scuola.
Sempre a difesa dei più piccoli, Novara invita ad appoggiare “chi sostiene che i bambini e le bambine hanno bisogno di nidi d’infanzia e non dei nonni e delle mamme a tempo pieno”. Poi c’è il tema dell’emergenza climatica (sosteniamo “chi difende le ragioni dell’ambiente perché sono le ragioni di noi tutti e non solo quelle degli alberi”), un tema particolarmente sentito dal pedagogista il cui maestro è stato Danilo Dolci e che la politica l’ha praticata, in passato, da consigliere comunale a Piacenza per i Verdi di Alexander Langer.
E ancora, incalza Novara: “Votiamo e facciamo votare chi si rivolge agli elettori col termine cittadini e non col termine patrioti, chi sostiene le vocazioni pacifiste della nostra Costituzione repubblicana, chi non porta nel proprio simbolo immagini che ricordano tragedie storiche non giustificabili, chi crede che l’Europa sia un’entità imperfetta, ma più imperfetta è la ragione sovranista che pretende l’isolamento nazionale”.
“Fdi mantiene nel simbolo un riferimento al fascismo”
Come nasce l’appello ad andare alle urne e a schierarsi? “Intanto vedo il rischio che la gente non vada a votare perché demotivata, dando per scontato che i diritti sono acquisiti per sempre, cosa che non è. E poi sono preoccupato perché esiste la concreta possibilità che prenda il potere una forza politica che nel suo simbolo mantiene un riferimento al fascismo e che non ha nessun interesse per l’Europa. C’è chi dice che vota Fratelli d’Italia perchè è un partito che non è mai stato al governo. Ma per fortuna che è così, dico io, perché non voglio che il Paese sia condannato all’isolamento, che prevalgano nazionalismi e sovranismi. Ho la sensazione che l’elettorato non capisca bene le conseguenze, che non ci sia sufficiente attenzione al voto del 25 settembre”.
“Fare pedagogia è un atto politico”
A chi gli contesta di fare politica – nei commenti al suo manifesto per il voto già virale nei social – Novara replica: “Non ho intenzione di dare indicazioni su chi votare, ma il mio consiglio è quello di andare a leggere programmi e proposte e di scegliere quello maggiormente affine al proprio pensiero. Lo faccio da pedagogista perché non esiste un’educazione che non sia politica, penso a don Milani o alla Montessori che è stata femminista ante litteram. Il pediatra Benjamin Spock è stato arrestato due volte a 85 anni perchè manifestava contro la guerra in Vietnam. Chi si occupa di bambini si occupa di ciò che loro rappresentano ovvero il futuro. E la politica è occuparsi del futuro. Fare pedagogia, crescere i bambini e le bambine che diventeranno futuri cittadini è uno degli atti più politici che ci siano e io, a questo, dedico gran parte del mio tempo”.
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