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Clima, l’ultimo appello dei Fridays for Future: “Andate alle urne pensando a noi”

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TORINO – Molti sono ancora troppo giovani per votare, ma non per dire quel che pensano e dettare quella che dovrebbe essere l’agenda del prossimo governo. “Il problema è oggi non domani”, dicono Claudio e Ettore, hanno 14 e 8 anni e mezzo, sono in piazza a Torino con la mamma, Beatrice Verri. Ci sono intere classi medie arrivate con i loro insegnanti. Alla fine sfilano almeno in cinquemila, il doppio secondo gli organizzatori che contano una mobilitazione di 80mila ragazzi in 70 città: fossero anche solo la metà sarebbero comunque tanti.

I Fridays For Future imbrattano col fango di Senigallia la Regione Marche

“Io domenica non potrò votare, questa è l’occasione per dire come la penso, convincere chi può a fare la scelta giusta al posto mio, troppi voteranno male, non sono d’accordo nemmeno con la scelta di mio padre”, diceLaura, 13 anni. Chi ha la scheda elettorale ha intenzione di usarla, ha studiato i programmi e ha fatto la sua scelta guardando soprattutto alla “politica ambientale”. “Tutti ne parlano, poi bisogna vedere chi sarà coerente, e non solo sul clima”, diceDiego Vertone, 23 anni, studente di Lingue. La giustizia climatica è anche giustizia sociale. A Torino, come a Bologna, Roma e Milano, lo sciopero globale del clima accoglie anche altre proteste, quella contro l’alternanza scuola-lavoro, ad esempio, dopo la morte in fabbrica diGiuliano De Seta. I ragazzi torinesi sfilano portando in corteo la sua foto insieme a quelle diGiuseppe LenocieLorenzo Parelli, 16 e 18 anni, morti lo scorso inverno. A loro, alla crisi climatica, allevittime delle Marchesi riferisce lo striscione che apre il corteo: “Difendiamo il nostro futuro. Basta stragi”. È una rabbia si fa sentire ad Ancona, dove alcuni manifestanti – che secondo la questura appartengono a un centro sociale di Senigallia – hanno imbrattato la sede della Regione con i sacchi di fango dell’alluvione. Protestano contro la gestione dell’ondata di maltempo che è costata la vita a 12 persone. A Venezia alcuni manifestanti hanno imbrattato le vetrine e il ponte di Rialto, a Napoli hanno occupato il porto contro le grandi navi.

“Parlateci di clima e ambiente”: l’appello alla politica dei Fridays for future a Bari

L’umore dei giovani torinesi è lo stesso di ragazzi tutt’Italia. A Roma, lo striscione che apre il corteo si riferisce alle elezioni: “Volete il nostro voto ma ignorate la nostra voce. Continuiamo la nostra lotta”. C’è l’urgenza di un cambiamento che deve avvenire adesso: “Non c’è più tempo, abbiamo otto anni per cambiare le cose, una legislatura ne dura cinque”, diceva qualche giorno fa Luca Sardo, portavoce dei Fridays torinesi, di fronte al Po quasi in secca.

Risale a quattro anni fa la nascita del movimento ispirato a Greta Thunberg, che ieri ha salutato gli attivisti di tutto il mondo immortalandosi davanti al Parlamento di Stoccolma, dove tutto è iniziato. Chi allora ha seguito il suo esempio oggi è diventato adulto, domani farà la sua scelta nella cabina elettorale e alla politica lancia un ultimatum: “Ascoltateci, ora o mai più”. Almeno tra il popolo dei Fridays il rischio astensione è minimo.

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