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“Dobbiamo spiegarlo ai bambini, farli crescere con la cultura del rispetto per il mondo in cui viviamo. Sono loro il nostro futuro. Quanto a noi, siamo quelli che hanno escogitato di tutto per non mettere le cinture di sicurezza in auto o il casco sulle piste da sci. Allo stesso modo ora stiamo facendo i furbi con l’ambiente”. Kristian Ghedina sorride mentre appoggia una cazzuola di malta fresca. L’uomo della spaccata a 140 orari sulla Streif di Kitzbühel, il discesista italiano più vittorioso nella storia della Coppa del Mondo di sci alpino, sta ultimando i lavori in un vecchio garage di proprietà. Ha girato il mondo ma, per scelta, non ha mai abbandonato la “sua” Cortina. La ama e proprio per questo non se la sente di prendere sotto gamba le previsioni sul surriscaldamento climatico.
Emergenza clima, tra 14 anni a Cortina addio allo sci. Ma la città fa gli scongiuri: “La neve va e viene”
di Enrico Ferro
Ghedina, quindi lei crede che il cambiamento climatico sia un allarme reale anche per la sua montagna?“Il tempo è molto più imprevedibile. Una volta si riusciva a capire, a prevedere. Ora non più. C’è caldo, poi freddo, poi arriva la tempesta. Che la temperatura si sta alzando lo dicono le statistiche. Poi non so cosa succederà nel 2036. Sicuramente sarà un problema, ma dire che lo sci sia destinato a scomparire mi sembra un azzardo”.
Come mai sostiene questo?“Perché a Cortina è possibile sciare in quota. Sul Faloria si sale a 2.300 metri, a Ra Valles a 2.600, a Lagazuoi comunque sopra i 2 mila. Magari i problemi saranno per gli impianti a fondo valle, quelli a 1.300 metri”.
Secondo lei gli operatori del settore hanno la percezione di questo rischio?“In Svizzera, visto l’innalzamento delle temperature, i finanziamenti statali per impianti nuovi vengono stanziati solo sopra certe altitudini”.
I turisti rispettano Cortina?“Il turista è poco rispettoso, indisciplinato. Sui sentieri si trova tanta spazzatura, pacchetti di sigarette. È vergognoso, mi fa arrabbiare tantissimo”.
Si è mai sentito invaso dai turisti nella sua città?
“Certo. A me piacciono di più questi periodi, quando non c’è nessuno. La natura è bellissima, i boschi hanno colori fantastici e le macchine in giro sono poche. In alta stagione si fa la coda ovunque. A volte ci vuole un’ora e mezza per fare un chilometro. Ecco, questo è un grande difetto di Cortina: per muoverti da un versante all’altro devi sempre prendere l’auto”.
Lei pensa che un innalzamento delle temperature abbatterebbe i flussi turistici?“Forse renderebbe più vivibile la città (ride). Ma Cortina è comunque un brand. Ormai è come andare a Portofino. Ci sono tante seconde case, la gente verrebbe lo stesso”.
Dica la verità, ha mai pensato di andarsene da questa confusione?“Le confido una cosa. Ho una ragazza, stiamo insieme da 15 anni. Abbiamo anche un figlio di due anni. Lei è di Bressanone e vive lì, io sono di Cortina e vivo qua. Ci vediamo nei fine settimana. Gliel’ho detto subito che da qua non mi sarei mai mosso”.