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La prossima volta che i grillini vorranno salire sul tetto di Montecitorio potranno citofonare a Roberto Fico. Appena eletto Lorenzo Fontana, l’ex presidente della Camera ha traslocato nel nuovo ufficio. Vedi i casi della vita: è all’altana di Montecitorio, proprio sotto al terrazzo dove i deputati 5 Stelle, era il settembre del 2013, salirono per protestare contro un ddl sulle riforme, srotolando lo striscione: “Giù le mani dalla Costituzione”. Un’era politica fa. Chissà se il nuovo corso contiano, con la pochette dell’avvocato ma anche con i toni barricadieri delle origini rispolverati, ricorrerà a una nuova salita sul tetto.
Di certo Fico ha cambiato modi e posture, rispetto a quella fase. Al debutto da presidente si presentò in autobus. Prima e unica volta. Ha ceduto subito al fascino (e alle necessità istituzionali e di sicurezza) dell’auto blu. Con lo stesso spirito adesso che è fuori dal novero degli eletti, causa tagliola del doppio mandato M5S, non ha rinunciato ai benefit di un ex presidente. Ha deciso dunque di mantenere l’ufficio dentro il Palazzo: la stessa stanza che fu di Pier Ferdinando Casini. E manterrà anche lo staff, seppur in formato mini rispetto a quello da terza carica dello Stato: due collaboratori, entrambi esterni agli organici di Montecitorio. A differenza del Senato, dove per gli ex presidenti questa dotazione speciale è garantita per 10 anni, alla Camera dura solo per una legislatura. Ma è pur sempre qualcosa, in attesa che Giuseppe Conte vari per lui, Paola Taverna e Vito Crimi, lo stipendio di partito.