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Papa Francesco a Cl: “Tempo di crisi per Comunione e liberazione, la vostra fraternità non sia segnata da divisioni e contrapposizioni”

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Il Papa e Comunione e liberazione, atto secondo. Dopo un’udienza nel 2015 che creò malumori e disorientamento, oggi Francesco è tornato a ricevere i ciellini in piazza San Pietro. Molte cose sono cambiate da allora – il cambio ai vertici del movimento fondato da don “Gius”, il commissariamento dei “Memores Domini” – e il Pontefice argentino ha invitato Cl a non ridurre questo “tempo di crisi” al “conflitto”, segnato da “divisioni e contrapposizioni”, ma, in spirito di unità e fedeli all’insegnamento di Luigi Giussani, come un’occasione di “rinascita”. 

Papa Francesco e il messaggio a Cl

“So, cari amici, fratelli e sorelle, che non sono per niente facili i periodi di transizione, quando il padre fondatore non è più fisicamente presente”, ha detto Jorge Mario Bergoglio ai circa 60 mila ciellini convenuti nel colonnato berniniano in occasione del centenario della nascita del fondatore. In questi anni “non sono mancati seri problemi, divisioni, e certo anche un impoverimento nella presenza di un movimento ecclesiale così importante come Comunione e Liberazione, da cui la Chiesa, e io stesso, spera di più, molto di più. I tempi di crisi sono tempi di ricapitolazione della vostra straordinaria storia di carità, di cultura e di missione; sono tempi di discernimento critico di ciò che ha limitato la potenzialità feconda del carisma di don Giussani; sono tempi di rinnovamento e rilancio missionario alla luce dell’attuale momento ecclesiale, come pure delle necessità, delle sofferenze e delle speranze dell’umanità contemporanea. La crisi fa crescere. Non va ridotta al conflitto, che annulla. La crisi fa crescere”.  

“Non lasciate che la vostra Fraternità sia ferita da divisioni e contrapposizioni, che fanno il gioco del maligno; è il suo mestiere: dividere, sempre”, ha detto ancora il Papa. “Anche i momenti difficili possono essere momenti di grazia, e possono essere momenti di rinascita”. 

Cos’è Cl

Fondato nel 1954 da don Giussani, Comunione e liberazione ha affrontato negli ultimi anni un profondo rivolgimento. A settembre del 2021 è entrato in vigore un decreto vaticano teso a regolamentare la vita interna delle “associazioni internazionali di fedeli” – non solo Cl – e correggere il rischio di abusi di potere. Tra le nuove norme, un limite dei mandati di governo con un massimo di 10 anni consecutivi che ha innescato la rinuncia di don Julian Carron, il sacerdote spagnolo succeduto a Don Giussani, scomparso nel 2005, al quale è subentrato ora, come presidente “ad interim” e traghettatore, Davide Prosperi. Nel frattempo, ancora dal Vaticano è giunta la decisione del commissariamento dei “Memores Domini”, il “gruppo adulto” di Cl (Roberto Formigoni è l’esponente più noto), “al fine di custodirne il carisma e preservare l’unità dei membri”. Una mossa, intrapresa sempre dal dicastero per i Laici, la Vita e la Famiglia guidato dal cardinale Kevin Farrell, che ha incaricato il vescovo Filippo Santoro, ex missionario ciellino, come delegato speciale, e il cardinale Giancarlo Ghirlanda, canonista gesuita, di supervisionare la riscrittura degli statuti. 

Bergoglio e l’appello all’unità

Una delicata fase di transizione che Papa Francesco auspica porti al superamento, e non alla deflagrazione, delle divisioni. “Sicuramente – ha detto oggi – don Giussani sta pregando per l’unità in tutte le articolazioni del vostro movimento; sicuro. Voi sapete bene che unità non vuol dire uniformità. Non abbiate paura delle diverse sensibilità e del confronto nel cammino del movimento”. E ancora: “È importante che l’unità sia più forte delle forze dispersive o del trascinarsi di vecchie contrapposizioni. Un’unità con chi e con quanti guidano il movimento, unità con i Pastori, unità nel seguire con attenzione le indicazioni del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, e unità con il Papa, che è il servitore della comunione nella verità e nella carità. Non sprecate il vostro tempo prezioso in chiacchiere, diffidenze e contrapposizioni. Per favore!”. 

L’udienza del marzo 2015 fu, per Jorge Mario Bergoglio, l’occasione di una sferzata. Il Papa, allora, esortò i ciellini a non ridurre il carisma del fondatore a “etichetta”, “copiacimento autoreferenziale”, “museo di ricordi”. Sbaglierebbe, però, chi credesse in una ostilità del Papa argentino verso Comunione e liberazione. Sin da quando era a Buenos Aires, leggeva con entusiasmo – lo ha ripetuto anche oggi – gli scritti di don Giussani e si era legato alla branca romana di Comunione e liberazione, guidata dal suo amico don Giacomo Tantardini. Più in generale, Francesco ha dei movimenti ecclesiali un’idea diversa dai suoi due predecessori, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma tutt’altro che sminuente: vuole recuperarne l’effervescenza spirituale originale, purificandola. 

“No alla pigrizia spirituale”

Francesco ha esortato i ciellini, oggi, a “rifuggire da ogni ripiegamento” su se stessi, “dalla paura” e “dalla stanchezza spirituale, che (…) porta alla pigrizia spirituale. Vi incoraggio – ha detto ai ciellini – a trovare i modi e i linguaggi adatti perché il carisma che don Giussani vi ha consegnato raggiunga nuove persone e nuovi ambienti, perché sappia parlare al mondo di oggi, che è cambiato rispetto agli inizi del vostro movimento”. Uno scopo da raggiungere in accordo con la Santa Sede: “I movimenti ecclesiali contribuiscono, con i loro carismi, a mostrare il carattere attraente e di novità del cristianesimo; e all’autorità della Chiesa spetta indicare con saggezza e prudenza su quale via i movimenti devono camminare, per rimanere fedeli a sé stessi e alla missione che Dio ha affidato loro”. E fedeli all’insegnamento di don Giussani: il quale, ha sottolineato Francesco, “anche in tempi di smarrimento e di forte contestazione delle istituzioni, ha sempre mantenuto con fermezza la sua fedeltà alla Chiesa, per la quale nutriva un grande affetto – amore! – , quasi una tenerezza, e nello stesso tempo una grande riverenza, perché credeva che essa è la continuazione di Cristo nella storia”. 

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