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Pichetto Fratin, da candidato in bilico a possibile erede di Cingolani

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“Ma davvero Gil va a fare il ministro?”. Reazioni dentro Forza Italia. “Gil” è Gilberto Pichetto Fratin, 68 anni da Veglio (400 anime nel Biellese), un nome che ai non addetti ai lavori dice poco. Eppure è in rampa di lancio. Tra i pochi nomi azzurri, pare, graditi a Giorgia Meloni. Papabile per il ministero dell’Ambiente o forse – questi erano i desiderata iniziali di Silvio Berlusconi – per lo Sviluppo economico. La sorte ora sembra sorridergli, eppure ad agosto, quando si compilavano le liste, i più lo davano in bilico. Candidato in un collegio tutt’altro che blindato, il plurinominale Piemonte 1-02 di Chieri – Moncalieri, hinterland torinese. Ce l’ha fatta. E ora sembra vicino ad apporsi i galloni di ministro nel futuro governo a trazione FdI. Un gradino più su di dove è oggi: vice-ministro al Mise, sotto Giancarlo Giorgetti, nell’esecutivo di Mario Draghi.

Commercialista, tifoso della Juve (“e quando la Vecchia Signora non dà soddisfazioni… la mia unica e grande Signora mi regala, ogni giorno, l’emozione più grande di sempre!”, scrive romanticamente su Facebook rivolto alla moglie), nella vecchia Forza Italia e poi nel Pdl fu molto vicino a Paolo Romani. Ora dentro al partito è considerato tendenza Tajani, più che Licia Ronzulli. Forse per questo a Meloni non dispiace. Frequenta anche qualche cena nella magione di Arcore: memorabile un siparietto con Berlusconi, che nel febbraio scorso regalò a tutti gli invitati una spazzola. E lui, sprovvisto di folta chioma, alzò il sopracciglio: “Ma io, presidente…”. Fulminante la replica di Berlusconi: “Va benissimo anche per i massaggi”.

Governo, ora tra Meloni e Berlusconi c’è il nodo dello Sviluppo economico: ecco come può riprendere la trattativa per i ministeri

di Emanuele Lauria

16 Ottobre 2022

Sgobbone, uomo dei conti, tifoso della flat tax al 23%, durante il governo Draghi è stato il politico che – anche per conto di FI – ha tenuto i rapporti con un certo mondo imprenditoriale e le categorie. Vedi i balneari durante il braccio di ferro sul decreto Concorrenza. La gavetta politica è iniziata presto, tutta in Piemonte: consigliere comunale a Gifflenga, 104 abitanti in provincia di Biella, nel 1975. Poi vicesindaco di Biella, consigliere regionale del Piemonte, sempre con FI, assessore all’Industria e al Commercio col governatore Enzo Ghigo. Nel 2008 entra in Parlamento: senatore del Popolo della Libertà. Il governatore Roberto Cota lo sceglie comunque come vice-governatore, con la pesante delega al Bilancio. Nel 2014 corre da presidente, ma perde contro Sergio Chiamparino. Fratelli d’Italia in quell’occasione non lo appoggia: punta su Guido Crosetto, che ora forse sarà suo compagno di scranno in Cdm. Nel 2018 torna in Senato con FI. Nel 2022, durante lo psicodramma della compilazione delle liste azzurre, trova un posto malcerto alla Camera. Batte la provincia torinese palmo a palmo e la spunta. E forse è solo l’inizio. 

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