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“Intergruppo per i diritti Lgbt+ alla Camera”. Sfida M5S-Pd a Fontana

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L’obiettivo è chiaro: dare un segnale al neo-presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, che definiva le famgilie arcobaleno così: “Schifezze“. Ecco allora la mossa, caldeggiata dal M5S e gradita anche dal Pd: dare vita a un “Intergruppo parlamentare per la tutela e la promozione dei diritti delle persone Lgbti+ in Italia”. Sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. Scavalcando l’ex ministro leghista della Famiglia, perché la formazione di un Intergruppo non serve la firma o l’autorizzazione del presidente. Basta che i parlamentari si mettano d’accordo.

La proposta l’ha formulata Alessandra Maiorino, senatrice 5 Stelle e coordinatrice delle politiche di genere e dei diritti civili del Movimento. “Nel primo giorno di legislatura – racconta – ho inviato a tutti i colleghi di Camera e Senato la proposta per la creazione di un Intergruppo. Purtroppo sembra tirare una brutta aria per i diritti civili e i segnali lanciati nei primi giorni sono inquietanti. Ma se qualcuno pensa che si stia aprendo una stagione di oblio per le battaglie a favore della dignità e della libertà delle persone, si sbaglia di grosso”. L’idea dell’Intergruppo trova consensi anche nel Pd. La capogruppo uscente, Debora Serracchiani, conferma: “Sicuramente ci sarà una rappresentanza del Pd al suo interno”. L’azione politica dei dem non si limiterà a questo. Al Nazareno sono pronti a ripresentare il ddl Zan: “O alla Camera o al Senato. Ora studieremo i regolamenti – continua Serracchiani – Le opposizioni hanno diritto a una quota di provvedimenti che devono essere messi in discussione in Aula. E fra questi ci saranno di sicuro i diritti. Dobbiamo tutelare quelli che abbiamo e cercare di averne di più. Anche se con questa maggioranza, lo sappiamo, non sarà facile”.

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In questa direzione si muove anche la mini-pattuglia degli eletti di +Europa. Tra le primissime proposte di legge già depositate alla Camera,  ci sono otto testi a firma del deputato radicale Riccardo Magi, eletto all’uninominale di Torino col centrosinistra. Nell’elenco compare il matrimonio egualitario e l’adozione per le coppie omogenitoriali. Una sfida alla maggioranza, rimarca Magi, ma anche ai partiti di opposizione, “che su questi obiettivi si sono mostrati timidi quando sono stati maggioranza nell’ultima legislatura”. Le chance di approvazione sono prossime allo zero. “Ma sarebbe un errore assumere un atteggiamento rinunciatario – conclude il presidente di +Europa – Sono questioni che toccano la vita di milioni di persone”. 

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