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Dalla A di AmÏo alla Z di Zio. Oltre boomer e cringe, così parlano gli adolescenti, stando all’ultimo frame rubato all’audio del linguaggio giovanile, il più mutevole, il più effimero, che l’Accademia della Crusca ha provato a estrarre e salvare in un volume – “L’italiano e i giovani” – curato dalla linguista Annalisa Nesi, pubblicato con goWare, realizzato con il contributo del ministero Affari Esteri e diffuso per la XXII Settimana della lingua italiana nel mondo che inizia oggi, 17 ottobre. Sottotitolo, ideato dai ragazzi: “Come scusa? Non ti followo”.
“Esiste la singletudine?”. La guida al nuovo lessico famigliare
di Viola Giannoli
Nel libro di scopre che la lingua della Generazione Z è meno innovativa di quella della Generazione X o dei Millennials. Se nel 1979 i The Bugglers cantavano “Video killed the radio star”, ora, affermano i linguisti, l’avvento dei social, di TikTok, dei reel ha spostato l’attenzione giovanile dal linguaggio verbale a quello del corpo e alla produzione di video. I ragazzi, pur dovendosi distinguere dai loro fratelli maggiori o dai loro genitori, coniano meno neologismi, recuperano, a volte sentendole come espressioni nuove o traslandone il significato, quelle parole create da chi li ha preceduti per età.
E pescano soprattutto da tre ambiti: i social, la trap e il gaming. Il loro vocabolario è costellato di anglismi o di adattamenti più o meno riusciti di termini tecnici, di storpiature e troncamenti tipici dello slang, di stereotipi e tormentoni, dai boomer al corsivo. La Crusca ha provato a raccontare quelle espressioni che hanno guadagnato fortuna o sono affondate nell’oblio entrando e uscendo vorticosamente dal modo di esprimersi tra il 2018 e il 2022. Eccone qualcuna.
A di amio
Si “scrive “amÏo, si legge amio, vuol dire amore. È la parola più celebre di quel tormentone nato su TikTok che è il cosiddetto “parlare in corsivo”, una parodia dell’inflessione milanese propria di molti influencer. Il tratto distintivo è la tendenza all’allungamento e alla dittongazione (o frangimento) delle vocali finali.
B di broski
Sinonimo ancora più colloquiale di bro, fratello, amico, accorciamento di brother, può essere usato anche come sostantivo (“sei un bro!”). Ma se bro si sente dal 2015, in alternativa a fratè o a fra (oggi più comune), broski è recente, viene dallo slang inglese anche se l’origine è incerta.
C di crush
Tratto dall’inglese dove significa infatuazione, è la persona per cui si ha una cotta. Nasce nello slang americano e l’uso di un anglismo fa sì che si possa far riferimento a una persona di cui si è infatuati senza indicarne il nome né il genere, evitando così di esplicitare le proprie inclinazioni sessuali. Si usa pure con personificazione, tipo “ieri ho incontrato crush”.
D per droppare
Dal verbo to drop, cadere a gocce, lasciar cadere. L’uso italiano estende l’accezione già presente nell’inglese e si usa per il rilascio di un disco, di un film, anche di una foto. Si usa anche per abbandonare, mollare, ad esempio, in riferimento a una serie televisiva (“Ho droppato l’ultima stagione di Gomorra”).
E per eskere
Dall’inglese let’s get it, facciamolo!, o andiamocelo a prendere, in riferimento ad esempio ai soldi. Nasce nell’ambiente rap e trap americano, ma in Italia viene introdotto dal cantante Bello Figo e alla Dark polo gang.
F per floppare
Deriva da flop, fallire, un anglismo diffuso dai primi anni Novanta. Ma ora, in riferimento a TikTok, va notato particolarmente l’uso nella frase “non fatemelo floppare” (a proposito di un video caricato nella piattaforma), come esortazione a interagire con il video appena pubblicato, in modo che l’algoritmo della piattaforma possa riconoscerlo come contenuto di valore e lo segnali come video da vedere al maggior numero possibile di utenti.
G per ghostare
Da ghost, fantasma. Significa sparire, soprattutto dai radar dei social network, ignorare i messaggi, non visualizzarli, non leggerli, non rispondere, fino a ignorare volontariamente e improvvisamente una persona con la quale magari si era appena avviata una conoscenza, un’amicizia o una relazione.
H come hype
Il battage pubblicitario per creare una grande aspettativa tra il pubblico rispetto al lancio di un prodotto (una serie tv, un videogioco, un album). Ma indica pure l’attesa e l’aspettativa che circonda l’arrivo della novità. In gergo si estende anche a eventi o incontri con una persona (“Sto in hype”, “Hype a mille!”).
I come illegale
Nulla a che vedere con il linguaggio giuridico. O meglio, la parola arriva da lì, ma per mutamento lessicale diventa un apprezzamento e significa una persona particolarmente bella (“Oggi sei illegale”).
K per killare
Dall’inglese to kill, uccidere, si riferisce soprattutto al linguaggio dei videogiochi nel significato di uccidere un avversario e si trova spesso in locuzioni come fare una kill (“quante kill hai fatto?”).
N di nabbo
O niubbo. È l’adattamento dell’inglese newbie (forse da new boy, novellino, usato in origine in ambito militare). Nei videogiochi indica un giocatore inesperto, poco capace. Può avere una valenza neutra, scherzosa o negativa, a seconda dell’uso che se ne fa.
P di pieno
Saturo, colmo, averne abbastanza, non poterne più. Si trova già nei Promessi Sposi ma è arrivato fin qui. E sui social si sente spesso dire, soprattutto al Milano e dintorni, “sono pieno raso”, quando la sensazione di non poterne più è arrivata fino all’orlo. Per P c’è anche Pov, sigla di point-of-view, punto di vista, e indica un video girato in soggettiva, che fa vedere la scena attraverso gli occhi di uno dei protagonisti o comunque indica il proprio stato d’animo o il proprio pensiero riguardo a un argomento. E non si può dimenticare la P di prefe, accorciamento di preferito: si dice di una persona amata, di un libro, di una canzone, di un brand.
S di spillare
Si diceva della birra, per servirla perfetta, o dei soldi, per farseli dare con richieste insistenti o pretesti. Ma spillare ora significa pure criticare, tirare fuori un segreto, dall’inglese to spill. Per la S c’è anche sbatti, accorciamento di sbattimento, darsi da fare, affannarsi, con noia e malumore. Tra le novità 2022 la Crusca annovera pure sbanfa, un odore, riferito soprattutto all’hashish o alla marijuana (“da dove arriva questa sbanfa?”).
T per top
Fantastico, meraviglioso, il massimo, in termini iperbolici: non è bello, è top. Per T c’è anche tra, accorciamento dell’accorciamento, ovvero da tranquillo a tranqui fino a tra: il significato resta lo stesso significato e viene usato soprattutto nella frase “vai tra’”.