A eccezione di Forza Italia e del nuovo gruppo Azione/Italia Viva, tutte le forze politiche – di maggioranza e opposizione – hanno deciso di confermare tutti i capigruppo uscenti. Compreso il Pd,  che ha lasciato Debora Serracchiani alla Camera e Simona Malpezzi al Senato e che pure qualche cambiamento aveva a un certo punto pensato di fare. Diverso il discorso sulle vicepresidenze di Camera e Senato, dove a 24 ore da un voto che si preannuncia teso, è ancora battaglia sia nel centrosinistra, sia all’interno del centrodestra. Con frecciate al vetriolo e minacce di disertare l’aula. Quella di Montecitorio, convocata per domani alle 14, dovrà eleggere quattro vicepresidenti (due di maggioranza e altrettanti di opposizione); tre deputati Questori; almeno otto deputati Segretari.L’Assemblea di palazzo Madama si riunirà sempre domani ma alle 15 con lo stesso ordine del giorno della Camera.

L’asse Pd-M5S sulle vicepresidenze

L’asse fra Pd e M5S – che escluderebbe il Terzo polo dai vertici istituzionali in considerazione del minor numero di eletti in Parlamento – dovrebbe portare domani all’elezione di un vicepresidente ciascuno per i due principali partiti della minoranza. Con Carlo Calenda che ribadisce: “A oggi non parteciperemo al voto”. Annunciando che alle consultazioni al Quirinale andrà con i capigruppo (Raffaella Paita e Matteo Richetti) e con Teresa Bellanova, presidente di Italia viva. Dunque non ci sarà Matteo Renzi. E al presidente Mattarella il leader di Azione farà notare che “c’è una opposizione che ha preso quasi l’8%, che è in crescita, e che non ha alcuna figura di garanzia”.

La proposta del Pd: Ascani e Rossomano vicepresidenti di Camera e Senato

In Casa Pd, intanto per la vicepresidenza del Senato si va verso la riconferma di Anna Rossomando (capogruppo l’uscente Simona Malpezzi), mentre alla Camera (dove alla guida dei deputati resterà Debora Serracchiani) sarà data indicazione per Anna Ascani. E ciò per via sia del “necessario riequilibrio di genere” ribadito da Enrico Letta nel corso della riunione dei senatori, sia del fatto che Ascani è vicepresidente del Pd, dunque è la più alta in grado fra i parlamentari. Scelte di “massima continuità e di rispetto per il prossimo segretario del Pd”, spiega la portavoce del Nazareno Monica Nardi: “Letta non vuole che il suo successore si ritrovi con un pacchetto di nomi preconfezionato, come è successo a lui e, prima ancora, a Nicola Zingaretti. L’obiettivo è svolgere il congresso nel miglior modo possibile”.

La proposta del M5S: Todde e Patuanelli vicepresidenti di Camera e Senato

Nel M5S che si appresta a discutere in assemblea congiunta sia sui capigruppo sia sulle vicepresidenze, c’è ancora qualche incertezza. Alla guida di deputati e senatori dovrebbero rimanere Francesco Silvestri e Mariolina Castellone, per le vicepresidenze di Montecitorio e Palazzo Madama i più accreditati sono Alessandra Todde e Stefano Patuanelli.

FI, i nuovi capigruppo

Acque non proprio serene anche in maggioranza. Forza Italia avrebbe deciso un cambio totale dei capigruppo: Alessandro Cattaneo alla Camera e, nonostante i malumori, Licia Ronzulli al Senato. Per le vicepresidenze l’indicazione è votare Giorgio Mulè e Maurizio Gasparri, che verrebbero affiancati da un deputato di Fdi a Montecitorio e da un leghista a Palazzo Madama. Ma su questi nomi c’è ancora incertezza.

Capigruppo Lega

Capigruppo del Carroccio rimarranno Massimiliano Romeo al Senato e Riccardo Molinari alla Camera.

Capigruppo FdI

Idem per FdI con Luca Ceriani e Francesco Lollobrigida.