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Massimo Ammaniti “Il Covid, ora la guerra. Giovani più depressi”

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Secondo Massimo Ammaniti, neuropsichiatra infantile e psicoanalista, professore onorario dell’Università la Sapienza di Roma, il successo del Bonus psicologo dimostra alcune cose interessanti. E dovrebbe stimolare una riflessione alla politica.Come interpreta il successo del Bonus?“Istituirlo è stata una buona decisione. Stiamo uscendo, parzialmente, dal lungo periodo della pandemia e tra i giovani e gli adolescenti c’è un forte aumento di stati ansiosi, che raggiungono il 21% rispetto all’11% precedente all’arrivo del Covid. Se invece si osservano i casi di depressione, tra i più giovani è arrivata al 23% contro il 10% di prima. E non è finita”.In che senso?“Adesso si sono aggiunte altre paure, legate alla guerra e all’uso delle armi nucleari. Insomma, ci sono abbastanza motivi per giustificare un malessere molto diffuso, soprattutto per le persone che hanno fino a 35 anni”.Il gran numero di domande dimostra anche una cresciuta capacità di denunciare il malessere?“Rispetto al passato, quando c’era una reticenza a riconoscere le proprie difficoltà e c’era il mito dell’uomo forte, si sono fatti passi avanti. Per fortuna. Se una persona ha delle debolezze o delle fragilità, adesso è più disposta a riconoscerlo. Si tratta di un punto di partenza importante per ogni aiuto psicologico”.Bastano 600 euro per affrontare e risolvere i questi problemi?“Con quei soldi si può ottenere un aiuto breve, focalizzato sulle difficoltà della persona. Comunque, non credo che tutti coloro che hanno presentato la domanda siano in una situazione di vulnerabilità o abbiano delle patologie. In molti casi si può trattare di persone che soffrono di un malessere temporaneo, che non necessariamente richiede un percorso impegnativo”.Chi ha bisogno a chi si deve rivolgere?“Non è sufficiente andare dallo psicologo. Certo, può dare un sostegno ma credo che sarebbe più opportuno recarsi da chi ha anche una formazione clinica, cioè lo psicoterapeuta. Chi userà i 600 euro si informi bene sul curriculum del professionista al quale intende rivolgersi che, anche perché se si tratta di un intervento relativamente breve, deve avere una sua strategia precisa”.Con i soldi dello Stato quante sedute si possono fare?“Si può arrivare anche a otto sedute”.Le persone che non otterranno il bonus sono tantissime. Con loro cosa si fa?“Si tratta di un problema. Purtroppo i servizi psicologici e psichiatrici delle aziende sanitarie non sono in grado di rispondere a queste domande. E quindi ci sarà tanta richiesta inevasa, una cosa preoccupante”.Come si affronta questo problema?“Tutte queste domande dovrebbero anche stimolare la politica. Bisognerebbe ad esempio che i fondi del Pnrr contribuissero maggiormente a rinforzare i servizi di salute mentale, che purtroppo sembrano invece essere fuori dagli investimenti”.

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