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Majorino (Pd): “In Lombardia possiamo farcela, ma diamoci una mossa. Non inseguo i 5S”

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“Non sono uno che si deprime”, dice Pierfrancesco Majorino, fresco di candidatura a governatore della Lombardia per il centrosinistra. “Va smontato un racconto che c’è in questa fase sul Pd, le sue difficoltà, il centrosinistra che non ce la fa. Calenda addirittura dice che sono troppo radicale e che voglio rifondare il comunismo, manca solo che mi paragoni a Spartacus. Ma sono convinto che ce la giochiamo”.

Ospite diMetropolis, il talk web del gruppo Gedi, l’europarlamentare, ex assessore di Pisapia e Sala, prova ad aprire ai 5 Stelle, “non li demonizzo ma non li inseguo”, e critica la proposta di autonomia di Calderoli. Soprattutto tenta di rimotivare i suoi: “Forse ci abbiamo messo troppo, ma ora ci diamo una mossa”. Ieri ha sentito i due competitor, Attilio Fontana e Letizia Moratti. “Telefonate civili”, dice, anche se all’ex sindaca riserva giudizi poco lusinghieri: “Fino a due settimane fa trattava con la destra, poi le hanno detto di no e ha aperto un dialogo con il Terzo Polo. Non è il cambiamento”.

Prima domanda d’obbligo: la sua candidatura è ufficiale o ci saranno ripensamenti?“Sono in una condizione meravigliosa. Mi hanno chiesto di candidarmi, ma ancora non sono formalmente candidato. Stiamo definendo le nostre procedure. Ci abbiamo messo tanto, troppo, ma ci stiamo per arrivare”.

È un po’ un vizio del Pd…“Sì, non parliamo d’altro… Abbiamo queste procedure non proprio rapidissime. Ma ora ci daremo una mossa, faremo una campagna combattiva, unitaria, per vincere alle regionali. Sono convinto che la nostra sia una proposta vincente, per battere Fontana”.

Vincente anche per il M5S?“Io non sono uno che insegue. Noi ci siamo e partiamo. Con i 5 Stelle non c’è alcun tipo di demonizzazione. Vedremo cosa faranno”.

Ieri il coordinatore regionale dei grillini ha detto che il Pd ha chiuso la porta in faccia al Movimento…“Nella massima chiarezza: se i 5 Stelle vogliono dialogare, sanno dove trovarci. Ma noi governiamo a Milano, Bergamo, Brescia, Cremona. Abbiamo straordinari sindaci e squadre di governo straordinarie. Quindi partiamo per vincere”.

Come?“Va messo al centro il futuro della sanità. In Lombardia è potenzialmente straordinaria ma oggi discrimina chi ha meno. Ci sono eccellenze lombarde che esistono non da 10 anni, ma da 120 o 130. Non le demonizzo ma dobbiamo evitare che, come avviene oggi, se ho i soldi riesco a farmi visitare in tempi immediati e se non li ho perdo mesi e mesi. Oggi la ricchezza delle esperienze lombarde non viene impiegata nel modo adeguato e vengono fregati i cittadini”.

Da lombardo doc, come la vede l’autonomia differenziata che propone il ministro Calderoli?“L’autonomia non può essere una nuova burocratizzazione in capo a qualche regione. Autonomia vuol dire sostenere le comunità locali, i territori, per far crescere le imprese, velocizzare le infrastrutture, avere più poteri d’intervento sui servizi socio-sanitari. Non è possibile che ci mettiamo così tanto per realizzare un centro per disabili, per esempio. Temo che la proposta in discussione non sia la migliore, se si vuole andare in questa direzione”. 

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