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La sinistra divisa, alle elezioni ma non solo, per quattro giorni troverà una casa comune. Si tratta del congresso di Arci, in programma a Roma da domani al 4 dicembre. L’associazione festeggia così i suoi 65 anni e il parterre di ospiti va dal mondo dei partiti con Pd, 5 Stelle, Sinistra Italiana e Rifondazione a quello sindacale (la Cgil) e associativo: Anpi, Acli, gli operai della Gkn, Open arms, Fridays for future, Rete pace disarmo, Arcigay, Legacoop e così via. Un caso più unico che raro, insomma.
Il 18esimo congresso di Arci ha un titolo immaginifico: “Per uscire da un incubo non basta svegliarsi. Bisogna sognare più veloce”. In rappresentanza dei propri 400 mila iscritti e 3.800 circoli ricreativi e culturali in tutta Italia, all’Auditorium Antonianum della Capitale ci saranno 511 delegati. Verrà eletto un nuovo presidente nazionale al posto dell’uscente Daniele Lorenzi e potrebbe essere il ligure Walter Massa.
Di sicuro è una novità l’invito e la partecipazione del Movimento 5 Stelle, ormai quindi pienamente inquadrato – perlomeno per Arci – nell’alveo della sinistra o comunque progressista. A portare i suoi saluti ci sarà Giuseppe Conte, che da tempo lavora al riposizionamento netto del Movimento, dalle questioni sociali alle sensibilità pacifiste. Chissà che non si incroci con Enrico Letta, atteso anche lui, assieme a Roberto Speranza e Nicola Fratoianni. Sono poi previsti gli interventi Maurizio Landini e Gianfranco Pagliarulo. “Socialità, mutualismo, solidarietà, lotta alle diseguaglianze ma anche cultura, pace, diritti continuano ad essere il nostro orizzonte da guardare con sguardo aperto e curioso”, si legge nella presentazione di Arci a questo evento. Una piattaforma classicamente di sinistra e unificante, perlomeno socialmente e culturalmente. La politica, per ora, sembra indietro.