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Quirinale, Letta: “Elezione rapida e a maggioranza larga”. Salvini: “Da lunedì chiamerò tutti i leader politici”

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Da una parte il leader del Pd, Enrico Letta, sicuro che la partita per il Quirinale avrà come esito una “elezione rapida e a maggioranza larga”. Dall’altra il segretario della Lega, Matteo Salvini, che annuncia: “Da lunedì chiamerò tutti i leader politici per decidere insieme”. Il primo parla da Firenze, il secondo da Bari. Nel mezzo – da Roma – si inseriscono le dichiarazioni di Matteo Renzi, presidente di Italia viva, che dal palco di Atreju rilancia il ruolo del centrodestra che – dice – stavolta in vista del voto per il Colle “ha i numeri per prendere l’iniziativa”. Un ruolo di cui Salvini si fa subito portavoce, intestandosene la centralità. Gà nei giorni scorsi, peraltro, si era parlato di un dialogo in atto tra Carroccio e Iv in merito al futuro capo dello Stato: colloqui e trattative in atto tra le due forze politiche per un profilo “super partes”.

Salvini: “Serve tavolo con tutti i partiti”

“Il centrodestra è centrale, non solo strategicamente ma numericamente. La Lega ha l’onore di guidare un centrodestra che ha le carte giuste per essere protagonista della scelta di un presidente che, finalmente, non abbia in tasca la tessera del Pd. Un presidente della Repubblica scelto in condivisione. Io da lunedì chiamerò tutti i segretari dei partiti, tutti, dal più piccolo al più grande, per dire sediamoci intorno a un tavolo e parliamone”. Lo ha detto Salvini intervenendo all’assemblea regionale del partito in Puglia.

Letta: “Maggioranza larga”

“Sono sicuro che il nostro Paese avrà a fine gennaio un presidente o una presidente eletto a larga maggioranza e rapidamente dalle Camere riunite in seduta comune, e non con vecchi modelli come capitò in passato con lunghe settimane di votazione”. Così il segretario del Pd, Enrico Letta, a margine di un dibattito sul futuro dell’Ue, organizzato da S&d a Firenze. “Bisognerà dare un segnale e fare questa scelta in modo tale che sia anche una scelta rapida e credo che sia una scelta che debba avvenire nel nome dell’Europa”,ha aggiunto spiegando di riterenere “inimmaginabile l’Italia con un presidente della Repubblica anti europeo”.

La corsa al Quirinale: al Colle Casini o Amato, il dialogo tra Lega e Iv sul futuro presidente

di

Emanuele Lauria

08 Dicembre 2021

“Non riesco ad immaginare l’Italia con un presidente della Repubblica anti europeo, quindi credo che sia fondamentale e lo darei per scontato”, ha risposto Letta a chi gli domandava se un requisito del nuovo capo dello Stato debba essere un connotato europeo ed europeista.

“Fa parte del dna costituzionale del nostro Paese il fatto che l’impegno per l’Europa sia fondamentale ed uno degli elementi chiave, e sono sicuro – ha continuato l’ex premier – che il nostro Paese avrà a fine gennaio un presidente o una presidente eletto a larga maggioranza ed eletto rapidamente dalle Camere riunite in seduta comune, e non con vecchi modelli come capitò in passato con lunghe settimane di votazione. Credo che bisognerà dare un segnale e fare questa scelta in modo tale che sia anche una scelta rapida e credo che sì, sia una scelta che debba avvenire nel nome dell’Europa”.

Letta, Covid e stato di emergenza

“Io – prosegue Letta parlando di lotta al Covid – non ho nessun dubbio sul fatto che in questo momento tutti i messaggi che arrivano dal resto d’Europa ci dicono che dobbiamo tenere la guardia alta. L’Italia è oggi in una situazione migliore rispetto agli altri Paesi europei. Noi vogliamo mantenerla questa situazione migliore, non vogliamo semplicemente raggiungere gli altri Paesi europei con due settimane di ritardo rispetto alla crisi che stanno vivendo. Vogliamo mantenere una situazione migliore grazie alle regole che abbiamo applicato. Se per mantenere la situazione migliore degli altri Paesi europei è necessario prorogare lo stato di emergenza, noi siamo a favore della proroga. Il governo lo appoggeremo nelle scelte che farà. Se valuterà, dati alla mano, che è necessario prorogare lo stato d’emergenza, avrà sicuramente il nostro sostegno”.

Delocalizzazioni, Letta: “Subito le norme”

“Il governo – ribadisce quindi Letta – deve finalmente fare uscire il provvedimento sulle delocalizzazioni, una questione matura e importante, rispetto alla quale ritengo sia fondamentale dare un messaggio europeo perché è una questione europea”.

Elezioni? Letta: “Nel 2023”

“In Italia continua a esserci tutta una discussione sulle elezioni – sottolinea il leader dem – Per quello che ci riguarda le elezioni ci saranno alla scadenza naturale della legislatura, ovvero nel 2023 e, nella prossima legislatura, noi vogliamo governare il Paese, dopo aver vinto le elezioni, con un Patto di sostenibilità europeo con regole che siamo migliori di quelle attuali”.

Letta: Patto di “sostenibilità”

Trasformare il Patto di stabilità europeo in Patto di sostenibilità. Il Pd, ha anticipato Letta, ha cominciato a lavorarci e a febbraio si prepara a elaborare una proposta organica. “Diciamo che il Pd ha intenzione di prendere un’iniziativa molto importante sulla riforma del Patto di Stabilità europeo. Abbiamo cominciato a ragionare di una nostra proposta che sto seguendo personalmente e a febbraio metteremo in campo un’iniziativa del Pd alla quale inviteremo tutte le forze sociali, le imprese, il mondo economico e universitario e, naturalmente, il governo e i partiti politici. Il 2022 è un anno fondamentale, noi vogliamo passare dal Patto di Stabilità al Patto di Sostenibilità e vogliamo lavorare in questa direzione”.

Letta: “Mi immagino la faccia di Putin…”

“L’Europa va avanti permettendo i veti a ogni singolo paese europeo – dice Letta – Sulla questione Bielorussia, per mesi l’Europa è stata afona, incapace di essere anche solo presa sul serio dalla Bielorussia perché non poteva prendere una posizione unitaria in materia di politica estera perché Cipro aveva messo il veto sulle sanzioni. Quel veto è rimasto per mesi, bloccando l’Europa nella sua capacità di dire la sua sulla Bielorussia. Mi immagino la faccia di Putin che al Cremlino riceve la notizia. Come facciamo a essere presi sul serio nel mondo sui nostri interessi…”.

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