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Palazzina crolla dopo esplosione: 3 morti e 6 dispersi. Tra le ipotesi uno scoppio nel metanodotto

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Una forte esplosione e poi il crollo. Un palazzo di quattro piani, in via Galilei, a Ravanusa, in provincia di Agrigento, è crollato dopo una violenta deflagrazione probabilmente avvenuta per una fuga di gas. Tre i morti e sei i dispersi mentre due donne, finora, sono state estratte vive dalle macerie delle abitazioni crollate. Una prima vittima, un uomo anziano, è stato ritrovato poco tempo dopo l’esplosione, ma il bilancio della tragedia si è aggravato dopo che, al termine di un’intera notte di ricerche, una seconda vittima è stata estratta dalle macerie, si tratta di una donna anziana. Sempre in mattinata il ritrovamento dell’altro corpo: si tratta ancora di una donna.

Attualmente i mezzi di scavo sono stati bloccati perché i soccorritori hanno percepito una voce: le operazioni di rimozione delle macerie procedono quindi con la massima cautela.

Sette delle persone inizialmente disperse appartengono allo stesso nucleo familiare e si trovavano nella stessa palazzina al momento dell’esplosione, due in un’altra. Smentita dai vigili del fuoco la notizia che due dei dispersi sarebbero bambini. Tra le persone ancora sotto alle macerie ci sarebbero invece una assistente sociale trentenne in avanzato stato di gravidanza insieme al marito.

Tragedia di Ravanusa, l’area dell’esplosione sembra uno scenario di guerra

Una fuga di gas che ha saturato il sottosuolo, dovuta probabilmente alla rottura di un tubo a causa del maltempo, poi una deflagrazione che secondo i vigili del fuoco potrebbe essere stata innescata dall’ascensore della palazzina: sarebbe questa la dinamica della violentissima esplosione. I tecnici dell’Italgas sono al lavoro per mettere in sicurezza la rete. Intanto la procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per disastro colposo. Sul posto operano 250 uomini tra vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine. “C’è stato un grosso accumulo di gas – spiega un responsabile della Protezione Civile – anche se l’Italgas sostiene che solo pochi giorni fa sono stati fatti controlli e non è stata accertata alcuna perdita”. L’impianto della zona ha almeno dieci anni e l’area è soggetta a frane e smottamenti. “Non è ancora possibile risalire alle cause che hanno innescato l’esplosione”, spiegano dalla Protezione Civile. Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e il capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Guido Parisi sono partiti per Ravanusa per coordinare i soccorsi.

Crolla una palazzina nell’Agrigentino, le fiamme dopo l’esplosione causata da una fuga di gas

“Un incendio immane – ha detto il comandante dei carabinieri Vittorio Stingo – che ha consentito però a qualcuno di riuscire ad uscire dagli appartamenti e a scappare. Appena arrivati siamo riusciti a sentire delle voci da sotto le macerie e dopo aver chiuso il gas abbiamo iniziato a scavare fra le macerie per salvare quante più persone possibili”. Danneggiati anche altri immobili.

Il sindaco del paese, Carmelo D’Angelo, ha lanciato un appello chiedendo ai paesi vicini di inviare autobotti: “Quello che è successo è un disastro – ha detto – chiedo aiuto a chiunque avesse un’autobotte, venite sul posto”. Nella palazzina abitavano decine di persone, i vigili del fuoco hanno dovuto spegnere le fiamme che hanno invaso l’intera via danneggiando anche altri edifici, prima di procedere alla rimozione della macerie.

Crolla una palazzina nell’Agrigentino, l’appello del sindaco di Ravanusa: “Servono pale e autobotti”

Numerose squadre di volontari della Protezione Civile, dei vigili del fuoco, della Croce Rossa e della guardia costiera ausiliaria, provenienti da diversi comuni dell’Agrigentino, si sono recati a Ravanusa. In particolare l’appello lanciato da D’Angelo è stato raccolto dai sindaci di Licata, Palma di Montechiaro e Naro.

Dopo l’esplosione, verso le 20.30, la gente è scesa in strada impaurita nel paese di oltre 10mila abitanti situato a 50 minuti di auto da Agrigento e a più di due ore da Palermo. Gli allarmi delle auto e di alcune case hanno cominciato a suonare. Calcinacci, pezzi d’infisso, mobili, porte sono state scagliati a decine di metri di distanza. Nella zona dell’esplosione, sono arrivate decine di persone che non riuscivano a rintracciare i parenti che abitano in quell’area trasformata nel giro di pochi secondi in un campo di battaglia. Cinquanta gli sfollati, secondo i primi riscontri.

“Sono vicino alla comunità di Ravanusa che sta vivendo momenti di apprensione in seguito all’esplosione causata da una fuga di gas. Prego per quanti si stanno impegnando nel contenere il pericolo e per accertare la sperata assenza di vittime”, ha detto il vescovo di Agrigento Alessandro Damiano.

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