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Concertoni che saltano, mercatini che non aprono, sindaci che ci vanno con i piedi di piombo. Perché l’assembramento in questo secondo Natale di Covid e con l’avanzare di Omicron, è sempre in agguato. E più si avvicinano le feste più si annullano gli eventi.
Eppure, le cose vanno meglio di un anno fa. Il 2021 che sta per salutarci era arrivato trovando un’Italia in rosso-arancio e in piena pandemia. Con le famiglie chiuse in casa a sparare, in una sorta di rito liberatorio e scaramantico, una caterva di fuochi d’artificio dal balcone. Unico assembramento in quella notte di San Silvestro dove regnava anche il coprifuoco, per molti, fu il brindisi sul terrazzo condominiale. Spinti dalla voglia d’aria fresca e dalla erronea convinzione “Andiamo, non ci sarà nessuno”. E invece no, erano tutti là. Ma ora, dopo trecentosessantacinque giorni, dopo 101.704.327 dosi di vaccino somministrate, l’arrivo del super green pass, della quarta ondata e dell’ennesima variante, come festeggeremo il Capodanno 2022?
Nel privato – col Paese in bianco ma con qualche sprazzo di giallo per le regioni dove i contagi salgono di più, – si festeggerà come ci pare. Anche se molti virologi consigliano: “I parenti no vax invitateli pure, ma col tampone”. Anche il cenone al ristorante non si negherà a nessuno, a parte quelli senza il “certificatone verde”. Ma è in strada e nelle piazze che si farà meno baldoria. Sempre di più le amministrazioni cittadine che stanno dando forfait ai concertoni e a mercatini. Nella convinzione che balli, baci, abbracci e brindisi difficilmente si possano tenere a bada. Nonostante il distanziamento e le mascherine in faccia.
A Roma il mercatino di piazza Navona non ci sarà, come già accaduto lo scorso anno. L’annuncio è stato dato a fine novembre. Ma hanno rinunciato all’inaugurazione anche le bancarelle – tutte un presepe e un torrone – di Ortisei in Trentino, di Selva d Val Gardena, di Bienno. Nella Capitale, come in tante altre città, è in forse anche il Concertone al Circo Massimo che dovrebbe mettere a sedere non più di 15 mila persone. Portando sul palco Coez, Blanco e Tommaso Paradiso. “Si attendono gli ultimi dati epidemiologici per decidere”, dice il neosindaco Roberto Gualtieri. “Dire no alle feste in piazza a Capodanno è “sicuramente un elemento di prudenza opportuno”, spiega anche il presidente della Liguria, Giovanni Toti mentre inaugura le bancarelle natalizie di via Ferrari. E a seguire le raccomandazioni del loro governatore ci sono molti primi cittadini. Niente concerto di fine anno a Rapallo e a Sestri Levante. Annuncia il forfait via social il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi: “Abbiamo scelto di rinunciare al concertone, adesso la priorità è tenere sotto controllo la situazione pandemica, evitando eventi che creerebbero grandi assembramenti, e vaccinarsi tutti”. Quindi sul palco, niente musica di Mannarino.
Festa di piazza annullata anche a Treviso dove l’indice Rt continua ad aumentare. L’idea iniziale era quella di un “Capodanno diffuso” per le strade ma l’indicazione ora è quella di “agire col buon senso”, spiega l’assessore trevigiano alla Cultura, Lavinia Colonna Preti. E in Veneto saltano i fuochi e le befane pure a Padova e Venezia. Sulla scia della prudenza, anche un’altra regione, il Friuli-Venezia Giulia: nessun evento festaiolo a Trieste, a Lignano, a Cervignano e a Cividale. L’ultima in ordine di tempo ad accodarsi nell’annullare la festa in piazza e la città fortificata di Palmanova. E ancora rinunce da Reggio Emilia, Ravenna, Parma.
Da Nord a Sud. Il Capodanno a Palermo sarà senza la musica dal vivo in piazza Politeama. Qui, però, sembra che più il timore per i contagi abbia potuto il bilancio del comune, non ancora approvato. Mentre in Sardegna, l’amministrazione di Olbia ha deciso di ritirarsi nell’organizzazione del concertone, anche se già circolava il nome di Max Pezzali, Sangiovanni e i Negramaro.
Insomma, un dietrofront per la salvaguardia della salute collettiva e per non cedere all’avanzare di Omicron, che però preoccupa molto gli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo. Tanto che Barley arts/Slow music di Claudio Trotta e da Giordano Sangiorgi del Meeting delle etichette indipendenti, hanno lanciato un appello al ministero della cultura e all’Anci. “Si mantengano i concerti di Capodanno, si trovino soluzioni alternative. Abbiamo già perso 70 mila posti di lavoro”.
Insomma, anche se a Bari e a Terni il concertone si farà, visto che le telecamere di Canale 5 e Rai Uno seguiranno in diretta il countdown, il Capodanno si preannuncia senza troppe note. Se non quelle su cui un tempo Lucio Dalla cantava “L’anno nuovo è finito ma, qualcosa ancora qui non va…”.