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Meglio il Nord che il Sud l’Italia a due velocità sul vaccino dei bambini

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Decine di migliaia di click in poche ore a certe latitudini ma anche una forte esitazione in altre zone del Paese. Le prenotazioni per la campagna vaccinale per i bambini tra i 5 e gli 11 anni sono partite e i risultati non sono omogenei. Alcune Regioni corrono più delle altre, in particolare al Nord si vede al momento una domanda più forte rispetto al Sud. Nelle realtà locali più grandi, quelle con oltre 3 milioni di abitanti, ieri sera avevano l’appuntamento fissato per la somministrazione in media il 4,5% dei bambini. Se si proietta il dato a livello nazionale si ottengono 165 mila appuntamenti presi per 3,6 milioni di persone.
La campagna parte tra domani e giovedì. Siamo all’inizio: certe realtà, come il Lazio, hanno aperto le prenotazioni ieri, altre hanno anticipato pochi giorni fa. In generale, ancora una volta, si osserva una grande varietà organizzativa da parte delle amministrazioni locali. Nemmeno per la delicatissima campagna di vaccinazione sui più piccoli si è riusciti a trovare una strada comune. E così c’è chi appunto prende subito gli appuntamenti e chi invece raccoglie adesioni per poi richiamare le famiglie, chi va nelle scuole a vaccinare e chi utilizza gli studi dei pediatri. Qualcuno ha ricavato spazi destinati ai bambini negli hub degli adulti, altri invece hanno creato centri esclusivamente pediatrici. Anche per questo i dati vanno ancora presi con cautela. Solo i prossimi giorni faranno comprendere quante famiglie intendono vaccinare i propri figli.
La Lombardia ieri sera ha fatto sapere con soddisfazione di aver superato le 40mila prenotazioni, su un totale di circa 600mila bambini da proteggere con il vaccino. Ha dati percentuali anche più alti la Toscana, dove le prenotazioni sono stimate in 20 mila su 210 mila bambini. Circa 15 mila sono arrivate al call center regionale, poi però vanno considerate le dosi prenotate dai pediatri, che fissano direttamente gli appuntamenti con i loro assistiti se questi preferiscono non andare negli hub. In più, 10 mila dosi sono state consegnate ai centri ospedalieri pediatrici, che chiameranno i pazienti fragili. L’Emilia-Romagna è partita un po’ più lentamente. A ieri aveva raccolto circa 12 mila prenotazioni su una platea di 275 mila bambini. Qui è previsto che i pediatri vadano negli hub a dare una mano a fare le iniezioni.
Il Lazio, che vuole fare il vaccino pediatrico prima di tutti, già il 15 dicembre, per mantenere il ruolo di Regione guida della campagna, ha hub dedicati ai più piccoli. Ieri ha aperto le agende e in mezzo pomeriggio ha raccolto circa 22 mila prenotazioni. I bambini da vaccinare sono 300 mila. Il Veneto è andato un po’ peggio, partendo sempre ieri. Alle 18 aveva raccolto circa 6 mila prenotazioni su 300 mila.
Il Piemonte usa un sistema diverso, prende cioè le adesioni dei genitori, che poi vengono ricontattati via sms e ricevono la data dell’appuntamento. Per ora sono 12 mila su 240 mila quelli che hanno avviato la procedura. In Campania hanno prenotato in pochi, cioà 3.300 su 300mila. Si punta però sull’accesso diretto e il 16 nei centri vaccinali sarà organizzata una giornata dedicata esclusivamente ai bambini. Inoltre si stanno coinvolgendo le scuole. Quest’ultima è la strada che ha imboccato anche la Puglia, dove a prenotare sono gli istituti. Sono 151 le scuole che hanno aderito e in alcune già il 50% delle famiglie ha detto sì al vaccino. La Sicilia ha dati bassissimi. Ieri sono stati prenotati circa 250 bambini su 310 mila. La Regione però promuove l’accesso diretto agli hub, senza prenotazioni.
“Io — dice il ministro della Salute, Roberto Speranza — vaccinerò i miei figli. Fidiamoci dei nostri pediatri, non è una materia da bar, non è materia da talk show. E neanche da social network, come purtroppo troppo spesso avviene”. Al ministero sarebbe considerato un successo raggiungere il 70% di copertura tra i bambini ma c’è chi teme sia difficile arrivare anche al 50%. “In questo momento — dice il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli — la fascia da 5 a 11 anni è quella che mostra l’incremento maggiore di diffusione del Covid, l’incidenza cumulativa stimata è di 200 casi ogni 100mila bambini sui 7 giorni. Il vaccino è sicuro e tutela i bambini”.

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