Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

VIES Newsletter

Gratuito / Prova ora

Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

Nordio cambia la legge Cartabia per decreto, se c’è l’aggravante di mafia si procede d’ufficio

[ Leggi dalla fonte originale]

ROMA – Troppo forte il “grido di dolore” dei magistrati contro la regola che, senza la querela di parte, non si può procedere all’arresto. Anche per reati di mafia. Da qui – dopo un tam tam delle procure, soprattutto Napoli e Palermo, che dura dal 5 gennaio – la mossa annunciata da via Arenula, con tanto di comunicato stampa. La riforma penale dell’ex Guardasigilli Marta Cartabia sarà modificata. In due tempi. Per decreto, quindi subito, per i problemi creati dalle querele divenute obbligatorie per una ventina di reati, punibili nel minimo, con due anni, tra cui alcuni commessi anche dalla criminalità organizzata, come nel caso di Palermo dove un processo è saltato nonostante le lesioni e il sequestro di persona fossero aggravati dal metodo mafioso. E poi un secondo intervento, sempre sulla Cartabia, che invece seguirà una via ordinaria, il veicolo sarà un disegno di legge. Tutto questo senza mettere in crisi e bloccare i finanziamenti del Pnrr. 

Un passo politico su cui è stata molto forte la pressione di Fratelli d’Italia – numerose le dichiarazioni del sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro Delle Vedove – e della Lega con la responsabile Giustizia Giulia Bongiorno, mentre era più fredda Forza Italia. Dall’opposizione, M5S e Pd, sollecitazioni a intervenire per evitare di far saltare i processi di mafia. 

È la stessa via Arenula a rendere noto tutto questo. In una nota parla di “interventi urgenti, anche di carattere normativo, che la recentissima segnalazione di talune criticità sembra rendere senz’altro opportuni”. Quindi – anche se questo non viene confermato in via ufficiale – stiamo parlando di un decreto legge autonomo o di norme inserite in un decreto compatibile. 

E ancora. Il ministero della Giustizia parla di “valutazioni necessarie in corso” per riconsiderare alcune scelte di “rendere procedibili a querela reati contro il patrimonio in contesti mafiosi e altre ipotesi di reato che, per il contesto in cui maturano, rendono indispensabili provvedimenti cautelari di urgenza”.

La lista dei reati procedibili a querela è nota. Quelli contro la persona, lesioni personali stradali gravi e gravissime, lesioni personali dolose, sequestro di persona semplice, violenza privata, minaccia, violazione di domicilio. E quelli contro il patrimonio, furto, turbativa violenta del possesso di cose mobili, danneggiamento, truffa, frode informatica e appropriazione indebita. Qualora questi reati vengano commessi “in un contesto mafioso” cadrà subito la perseguibilità a querela. 

Ma il comunicato della Giustizia va anche oltre, parla anche di “altre ipotesi di reato che, per il contesto in cui maturano, rendono indispensabili provvedimenti cautelari di urgenza”. E qui ovviamente potrebbero anche rientrare tutti i reati della lista Cartabia qualora essi vengano commessi “in un contesto particolare”. E basta scorrere le cronache più recenti per rendersi conto che la difficoltà principale è quella della polizia a rintracciare subito la vittima per farle sottoscrivere la querela. Qualora ciò, per un’infinita serie di ragioni, risulti impossibile, l’indagine salta sul nascere. 

In ogni caso, nel decreto si farà fronte anche alla possibilità di procedere al fermo, con la querela che potrà arrivare 48 ore dopo per consentire la custodia cautelare. 

Sull’onda dei casi di cronaca verificatisi in questi giorni è stato lo stesso ex consigliere della ministra Cartabia, il giurista della Statale di Milano Gian Luigi Gatta, a suggerire due strade. Innanzitutto quella di sopprimere l’obbligo della querela per evitare di bloccare gli arresti per i reati commessi dalla criminalità organizzata e per consentire comunque il fermo, adesso impossibile, dando 48 ore di tempo per presentare poi la querela.  

Ma l’intervento del governo sulla riforma penale della Cartabia non si ferma qui. Con un disegno di legge arriveranno altri correttivi “per rendere più scorrevole l’applicazione di norme processuali, ad esempio in materia di presentazione dell’appello, sgombrandole da qualsiasi dubbio interpretativo”. 

Ma tutto questo dovrà essere compatibile con il Pnrr e gli accordi con l’Europa. Perché, come scrive lo stesso ministero, “le riforme processuali sono state oggetto di esame da parte della Commissione europea, e ritenute, allo stato, idonee a garantire all’Italia le risorse indispensabili per la ripartenza, con la conseguenza che ogni loro modifica non potrà non tenere conto di tale determinante percorso”. Un modo per dire che le modifiche ci saranno, ma dovranno essere tali da non bloccare i fondi del Pnrr.

Il Portale Web dell’informazione libera

VIES TV

L’articolo che hai letto è stato di tuo interesse?

Scopri gli articoli correlati e lascia un commento!

Contattaci per info e collaborazioni.

Tags

Condividi questo post:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vuoi restare aggiornato sulle ultime news e le nuove uscite della nostra Web TV?
Iscriviti alla nostra Newsletter, ti invieremo solo informazioni utili e di valore.

Iscriviti alla nostra Newsletter mensile

Ricevi notifiche e riepiloghi delle notizie del mese

Non ti invieremo mai nessuno spam,
solo contenuti utili e di valore.

Il portale web dell’informazione libera.