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Berlusconi: “Sosteniamo il governo ma senza rinunciare alla nostra identità. Vedrò Meloni ad Arcore”

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LESMO (MONZA BRIANZA) – Silvio Berlusconi sceglie di non parlare a braccio, “ho scritto questo discorso tutta la notte”. Tra le pagine c’è il sogno, l’obiettivo: un partito unico di tutto il centrodestra, sulla falsariga di quanto avviene negli Stati Uniti. Intanto nei prossimi giorni dovrebbe esserci un incontro tra il Cavaliere e Giorgia Meloni ad Arcore, anzi una cena, annunciata dallo stesso Berlusconi.

A Villa Gernetto, poco lontano dalla sua Arcore, in questa vera e propria reggia trasformata nella sede dell”Università del pensiero liberale’, il Cavaliere incontra e presenta i suoi candidati per la Lombardia. Al suo fianco ci sono Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, i due capigruppo di Senato e Camera. “Con i nostri alleati c’è un rapporto leale, nel governo nazionale e anche qui, ma noi siamo portatori di idee e principi che nessun’altra forza politica è riuscita a rappresentare con coerenza”, dice il fondatore di Forza Italia.

La lealtà di Fi al governo non è in discussione – ragiona l’ex presidente del Consiglio – “ma non rinunciamo alla nostra identità, alle battaglie che da sempre ci hanno contraddistinto”. Riforma della giustizia, aumento delle pensioni minime a 1000 euro, detassazione dei contratti di primo impiego dei giovani, riduzione delle tasse.

Il suo intervento tocca i temi dell’Europa, rivendica il posizionamento atlantico di Fi, chiede però che finisca il diritto di veto e si passi alla maggioranza qualificata tra Stati, propone l’elezione diretta del vertici della Ue. “Una riforma in cui crediamo, in Europa e in Italia, e mi auguro che le riforme costituzionali come il presidenzialismo siano frutto di un percorso comune anche con le opposizioni”, continua. Non manca il riferimento alla Russia: “Sono angosciato per come sono andate le cose, è un paese europeo in tutto e sarebbe dovuto entrare nella Nato e nell’Unione europea. Avevamo fatto molto per coinvolgere la Federazione Russa in un processo di integrazione…”. Nel ricordare il suo pressing su Putin ai tempi del conflitto in Georgia ha anche un lapsus quando parla della loro “ultima telefonata di sabato”, ma il riferimento – riascoltando la frase – sembra proprio ad un ‘sabato’ di allora, del 2008

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