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C’era un sistema “reticolare” operativo all’interno del policlinico “Ospedali riuniti” di Foggia, che sarebbe riuscito a pilotare almeno quattro gare d’appalto per un valore complessivo di otto milioni di euro. Ai quattro presunti referenti di tale sistema sono state notificate misure cautelari: l’ ingegnere 62enne Massimo De Santis è finito in carcere e altre tre persone – Nicola Stefanelli (52 anni di Bari), Giovanni Amoruso (53 anni di Bari) e Marco Labianca (53 anni di Cellamare) – agli arresti domiciliari, con le accuse – a vario titolo – di concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. I fatti contestati risalgono agli anni tra il 2018 e il 2021, nel corso dei quali l’allora dirigente dell’Area tecnica del Policlinico di Foggia avrebbe svolto il ruolo di dominus del sistema illecito, spiegandolo anche in un’intercettazione: “Il parroco della chiesa qui sono io e ti devi rivolgere solo a me”.
Le indagini sono state condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Bari e coordinate dalla Procura di Foggia tramite la pm Anna Landi. Era stata sempre lei a coordinare, in precedenza, altre indagini relative a presunte irregolarità nell’assegnazione del servizio di elisoccorso ed elitrasporto degli organi ad Alidaunia, nelle quali era stato coinvolto anche l’ex direttore generale degli Ospedali riuniti Vitangelo Dattoli. Per tale vicenda è tuttora in corso un processo.
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In relazione alla nuova inchiesta sul Policlinico foggiano, invece, le misure cautelari sono state disposte dalla giudiceRoberta Di Maria.Le gare che si ipotizza siano state truccate riguardano: la riqualificazione e attivazione di otto sale operatorie (per un valore di 2,1 milioni); la gestione e manutenzione degli impianti elettrici (4 milioni); la viabilità interna alla struttura e gli accessi carrabili e pedonali (42mila euro); la gestione e manutenzione degli impianti di gas medicinali e tecnici (1,6 milioni).
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Stando a quanto ipotizzato finora, le irregolarità commesse riguarderebbero la predisposizione di documentazione per le gare con l’obiettivo di favorire alcuni imprenditori, la condivisione con altri di indicazioni sui bandi prima della loro pubblicazione, il suggerimento di migliorie. A fornire aiuti e indicazioni sarebbe stato proprio il direttore dell’Area tecnica, che di alcune procedure era anche responsabile unico del procedimento e di altre era membro delle commissioni giudicanti.
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Dagli imprenditori, De Santis avrebbe ricevuto varie utilità in cambio dei favori – si contesta – tra cui 18 lampade da appartamento e due impianti antifurto per la sua abitazione (per un valore di 9mila euro), una settimana di vacanza a Sestriere, uno smartphone e un divano. AD un falegname, in cambio di 26 affidamenti diretti di lavori, avrebbe chiesto lavori nelle sue case di Troia, Foggia e Pineto, dicendogli chiaramente: “O con me o contro di me”.