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Balneari, nuova tegola sul governo: Meloni non vuole lo scontro con l’Europa e frena i suoi, Forza Italia e Lega vanno avanti

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Nuova tegola sul governo, questa volta sui balneari. Giorgia Meloni ha deciso di non andare allo scontro con l’Europa chiedendo al suo partito di lasciare fuori dal pacchetto degli emendamenti “segnalati” al Milleproroghe la proposta di venerdì scorso che mirava ad eliminare il termine del 31 dicembre 2023 per la validità delle concessioni balneari prorogandole senza una fine certa. La nuova retromarcia ha spiazzato così gli alleati con il rischio di portare fratture in Parlamento dove i difensori più strenui dei titolari di concessioni – vedi Maurio Gasparri – potrebbero non accontentarsi delle rassicurazioni di Giorgia Meloni. Rilanciate ieri da Matteo Salvini, che come la premier sta provando a sedare gli animi e dice di aver concordato con lei di risolvere l’annosa questione “entro l’estate”.

La mossa ha creato malumori e tensioni nella maggioranza. Gli emendamenti al Milleproroghe di Forza Italia e della Lega restano in piedi, segnalati in Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato e avranno dunque possibilità di arrivare in Aula e di essere votati (il provvedimento va licenziato a Palazzo Madama entro fine mese). Forzisti e leghisti, dunque, hanno mantenuto i loro emendamenti che puntano a un allungamento della proroga dei termini per la riforma del settore (fino al 31 dicembre 2025, quindi di due anni). “Noi andiamo avanti”, ha assicurato il capogruppo del Carroccio in Senato, Massimiliano Romeo. D’accordo il partito di Silvio Berlusconi. Mentre FdI ha ritirato il proprio emendamento, firmato dalla senatrice ‘rampelliana’ Livia Mennuni, che prevedeva di abrogare il 31 dicembre 2023 come termine ultimo per la validità delle concessioni. E proprio il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli sull’emendamento di FdIcommenta: “Non è successo niente, la nostra posizione rimane la stessa da sempre, nella dinamica parlamentare gli emendamenti sono in attesa di una già preannunciata iniziativa di governo. Il governo sulla questione della Bolkenstein ha deciso di metterci la faccia e quindi siamo tutti in attesa di provvedere in maniera strutturale all’annosa vicenda che penalizzare i nostri balneari. In che forme? Se le avessimo sapute le avremmo già annunciate, siamo in attesa che il governo tiri giù le proprie carte”.

La maggioranza rischia di spaccarsi in Parlamento. Il governo sta portando avanti una interlocuzione con Bruxelles per cercare una soluzione, con il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, che si interfaccia con l’Unione europea su diversi dossier sul tavolo, tra cui Mes e Pnrr. Per questo, i senatori di Fratelli d’Italia sarebbero stata convinti a non ‘segnalare’ – e dunque a non mettere in votazione – alcun emendamento sulle spiagge in attesa dei risultati del dialogo tra Roma e Bruxelles.

Sullo sfondo si cela uno scontro politico. Anche perché nel testo della Lega si punta a istituire un tavolo tecnico interministeriale (“con compiti consultivi e di indirizzo e materia di concessioni demaniali marittime”), che dovrebbe essere guidato dal ministro delle Infrastrutture, cioè Matteo Salvini. I parlmentari di Fratelli d’Italia però non sembrano condividere. E intanto Meloni non ha affidato ad alcun ministro la delega sui balneari (né alla ministra del Turismo Daniela Santanché aveva una quota dello stabilimento Twinga in Versilia né al ministro del Mare Nello Musumeci), mentre è la premier in prima persona a presidere il comitato interministeriale sulle politiche del mare a Palazzo Chigi.

“Quello dei balneari è un tema che spero entro l’estate venga chiuso positivamente con l’ok delle associazioni una volta per tutte – ha detto ieri Salvini – Bisogna coinvolgere le associazioni e chiudere la partita una volta per tutte. Nel rispetto di queste 30 mila imprese e famiglie. Ho parlato con Giorgia Meloni e abbiamo un’idea che coincide, quindi conto che anche questo dopo anni e anni di attesa sia un dossier che il nuovo governo vada a chiudere”. Ma intanto le associazioni categoria sono sul piede di guerra. Il dietrofront di FdI al Senato sull’emendamento al Milleproroghe che eliminava lo stop alla proroga delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2023 “ci lascia un po’ sorpresi ma forse fa parte di una strategia diversa da parte del governo di affrontare direttamente questa situazione – ha commentato Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari – Questa è l’unica spiegazione che so darmi. Avevamo emendamenti che, con sfaccettature diverse, comunque davano un segnale importante di una volontà politica di mettere mano alle concessioni tutelando le imprese nazionali, le imprese italiane. Speriamo che abbiamo un migliore percorso gli altri emendamenti, come quello presentato dal senatore Maurizio Gasparri”.

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