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Si studiano ancora a distanza. Il computer che cerca di capire, con i mezzi che ha, come funziona un uomo. L’uomo che prova a fidarsi e chiede al computer di aiutarlo a curarsi. Oggi l’intelligenza artificiale in medicina procede camminando sulle uova, ma presto entrerà in corsia con più sicurezza.
“Non c’è ancora un impiego sostanziale nei nostri ospedali, ma la ricerca è un vulcano, un fiume in piena” spiega Nicola Sverzellati, direttore dell’unità di scienze radiologiche all’ospedale universitario di Parma e docente dell’ateneo, che con i fondi dell’Airc