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La frammentazione di Android resta un problema, ma è un dato di fatto che nell’ultimo anno i produttori di smartphone Android abbiano compiuto un netto salto di qualità per quanto riguarda la tempestività degli aggiornamenti.
Questo impegno ha iniziato a produrre i suoi risultati: se infatti Android 12 è passato al 13,3% in un anno, Android 13 in soli quattro mesi è passato dal 5% al 12,1%.
Ma da dove vengono questi numeri? Una volta Google aggiornava mensilmente il tasso di adozione di Android in una pagina apposta, utile soprattutto agli sviluppatori per decidere la versione minima del sistema operativo supportata dalla loro app, e quindi la percentuale di utenti che non l’avrebbero potuta installare.
Per i non sviluppatori, però, dava un’indicazione del tasso di adozione di Android, il che era utile per trarre delle conclusioni sulla frammentazione del robottino verde, e sul successo di una versione rispetto a un’altra. Poi Google ha deciso che questi dati servissero esclusivamente agli sviluppatori, e li ha spostati in Android Studio, l’ambiente di sviluppo integrato per lo sviluppo di app Android, aggiornandole non più mensilmente ma ogni tre mesi.
In queste statistiche, le nuove versioni del robottino appaiono a gennaio, quindi Android 13 è arrivato a gennaio 2023, mostrando un tasso di adozione del 5% (immagine sotto, abbiamo aggiunto noi il colore rosso per facilitare l’identificazione).
Ad aprile 2023, tre mesi dopo, il tasso era schizzato al 12,1%.
Ovviamente è ancora presto per cantare vittoria, ma il tasso di crescita dell’ultima versione sembra superare ampiamente quello di Android 12, che come abbiamo detto in un anno è arrivato al 13,3%.
Per quanto riguarda le altre versioni di Android, sorprende la quota di mercato di Android 11 (R) con il 23,5%, ben al di sopra del 16,5% di Android 12 e Android 12L (Q) combinati.
Sembra quindi che, frammentazione a parte, i produttori di smartphone abbiamo compreso la volontà degli utenti di avere dispositivi aggiornati celermente e a lungo, e non è più necessario prendere un Pixel per ottenere aggiornamenti rapidi.
Samsung, forte della sua enorme quota di mercato, è sicuramente l’azienda che traina questa vera e propria “rivoluzione”, che si estende oltre gli smartphone premium per comprendere quelli economici, ma anche aziende come OPPO, OnePlus e Realme si sono adattate a questa nuova realtà.