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ROMA — «Conoscevo bene Barbara Capovani, una collega straordinaria, la cui unica colpa è stata quella di aver cercato di curare l’uomo che l’ha aggredita. Tre figli, una leader, di enorme umanità con i suoi pazienti. Questa è una tragedia annunciata. Sono anni che denunciamo i gravissimi rischi di chi lavora nel campo della salute mentale, in particolare nelle “Rems”.