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Orsi in Trentino, ricorso alla corte dei Conti: danno erariale, è una specie protetta. Tavolo tecnico al ministero tra Pichetto e le associazioni

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Plana sui tavoli della corte dei Conti il dossier orso, che ormai da settimane sta tenendo banco in Trentino. E ci arriva, sembrerebbe, per capire quali siano stati e quali siano gli interventi della Provincia per monitorare gli orsi, dai bidoni antiorso ai collari ad altri atti, come l’informazione per aiutare visitatori e residenti ad instaurare un buon rapporto con i plantigradi, come comportarsi in caso di incontri, o la prevenzione per aiutare allevatori o agricoltori a gestire nel modo migliore la vicinanza con questi animali. Ma anche perché la loro uccisione costituirebbe un danno erariale non indifferente.

Grafico tratto da “Rapporto Grandi Carnivori 2021”, l’ultimo uscito, a cura della provincia Autonoma di Trento 

L’altra questione parimenti importante sono i danni causati dai plantigradi che generano perdite nelle casse dello Stato e che quindi potrebbero spingere i magistrati contabili ad aprire un fascicolo per capire quali interventi, anche in questo caso, abbia attuato la Provincia di Trento per contenere e per monitorare. Dal sito che dovrebbe fornire indicazioni sul monitoraggio, per esempio, si scopre che “Gli aggiornamenti in mappa sulle posizioni degli orsi M62 e JJ4 sono momentaneamente sospesi a causa del difettoso segnale proveniente dai relativi radiocollari”, anche se in realtà JJ4 è stata catturata.

Grafico tratto da “Rapporto Grandi Carnivori 2021”, l’ultimo uscito, a cura della provincia Autonoma di Trento 

Secondo il rapporto Grandi Carnivori, pubblicato nel 2022, gli attacchi degli orsi e dei lupi al bestiame sono costati alle casse dello Stato 337.587 euro, dei quali 172.373 provocati dall’orso (bestiame ma anche arnie e danni all’agricoltura) e 165.231 euro per le prede del lupo. A queste somme vanno aggiunte quelle dei risarcimenti alle vittime di aggressioni.

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Danno erariale, dunque, per una gestione sbagliata e per una prevenzione mancata e assente, ma danno erariale anche nel caso di abbattimenti: l’orso è una specie protetta, è sotto la tutela dello Stato, è di proprietà pubblica, è una specie di interesse comunitario, e la sua uccisione, se le ordinanze di Fugatti dovessero superare le decisioni del Tar, costituirebbe appunto un danno erariale. Era già accaduto con le marmotte in Alto Adige: la caccia aperta dall’ex presidente Luis Durnwalder gli era costata alla fine quasi 500 mila euro.

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“Secondo la sentenza, ogni singolo animale appartenente alla fauna selvatica ha un suo valore”, scriveva la Lav, promotrice del ricorso, all’indomani della sentenza, “anche ‘a prescindere dalla sua collocazione nel contesto ambientalistico e nell’ecosistema’, con il relativo danno erariale in caso di sua uccisione illegittima. La regola generale delle norme a protezione della fauna selvatica per la Corte è ‘il divieto di abbattimento degli animali'”. Adesso, sottolineava ancora riguardo quella decisione dei magistrati contabili, “chi ha il compito di amministrare, ed aggiungiamo di proteggere, la fauna selvatica, potrà rispondere in prima persona di eventuali atti illeciti”.

Intanto al tavolo di confronto tecnico sulla gestione degli orsi in Trentino, che si è svolto oggi al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è emerso un piano strategico per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici. Nell’audizione sono state coinvolte le associazioni di protezione animale.

La task force del Mase, in accordo con le indicazioni fornite dalle associazioni, si è resa disponibile allo studio di un piano strategico per la gestione dei plantigradi, e in generale per la convivenza con gli animali selvatici, da definire sulla base delle necessarie valutazioni scientifiche. Le associazioni si sono impegnate a far pervenire in breve tempo i contributi tecnici che saranno presi in considerazione nell’elaborazione della strategia. “Il confronto con le associazioni”, voluto dal ministro Pichetto e dal sottosegretario Barbaro, “sarà il metodo che il Mase adotterà per le tematiche della biodiversità e più in generale ambientali”.

“No all’uccisione o al trasferimento di massa degli orsi e stop allo smantellamento delle normative nazionali sulla fauna e sulle aree protette. Quello che serve è un inquadramento complessivo della coesistenza tra essere umano e orsi attraverso azioni concrete a breve e lungo termine: corridoi faunistici, dispersione delle femmine, controllo delle nascite attraverso la vasectomia degli orsi più grandi, identificazione degli orsi, realizzazione di un grande santuario al posto del Casteller, attuazione di metodi dissuasivi e soprattutto tanta prevenzione e informazione”. Ecco la posizione dell’Ente nazionale protezione animali che questa mattina ha partecipato al tavolo tecnico sull’emergenza plantigradi in Trentino organizzato dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.

L’Ente protezione animali, dopo aver sottolineato come “dall’insediamento della giunta Fugatti nel 2018 si sia persa ogni occasione di confronto con le associazioni e gli stakeholder (sospensione dei tavoli grandi carnivori e dell’annuale rapporto grandi carnivori)”, ha prima esposto le sette proposte concrete di enpa e poi ribadito la necessità “di voltare pagina nei confronti della guerra che è stata scatenata nei riguardi degli orsi, dei lupi e di tutta la fauna selvatica”.

“Bisogna voltare pagina”, dice Annamaria Procacci, sempre dell’Enpa, fermando una “guerra a livello politico che noi contrastiamo dal punto di vista scientifico, etico, culturale. Occorre fermare lo smantellamento delle normative nazionali, la legge 157/92 sulla fauna e la legge 394/91 sulle aree protette e muoverci nel solco delle politiche internazionali ed europee di tutela della biodiversità: ce lo impone anche la crisi spaventosa del pianeta”.

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