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Finisce in parlamento il caso del 5 per mille ai nostalgici della Repubblica di Salò. Dopo il servizio-denuncia di Repubblica, sono due le interrogazioni urgenti presentate alla Camera e rivolte al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti. Interrogazioni con le quali Pd e Verdi-Sinistra chiedono come sia possibile che una fondazione che promuove l’apologia fascista possa ricevere una parte delle tasse dei cittadini italiani.
Si parla, lo ricordiamo, della Fondazione Repubblica Sociale Italiana Istituto storico, con sede in provincia di Arezzo, che, secondo quanto ricostruito da questo giornale, risulta essere accreditata – dal 2017 – tra gli enti beneficiari del 5×1000, inserita dunque negli elenchi dell’Agenzia delle Entrate. “Com’è possibile”, dichiara Laura Boldrini, firmataria dell’interrogazione presentata dal Pd, “che un’associazione di chiaro stampo apologetico di un regime nefasto che tanto male ha fatto al nostro Paese, e non solo a quello, possa ricevere una percentuale delle tasse versate dai cittadini e dalle cittadine? Il Governo ne dovrà rispondere”. La Fondazione della Repubblica Sociale Italiana Istituto storico onlu s’è iscritta nell’elenco degli organismi che hanno i requisiti per percepire il 5X1000 già da tempo: 2017, appunto. Nel 2021 ha ricevuto un finanziamento di poco meno di 9.500 euro.
Il 5 per mille ai nostalgici della Repubblica di Salò: così una fondazione fascista incassa parte delle tasse degli italiani
di Paolo Berizzi
Duro l’intervento di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e parlamentare di Alleanza Verdi-Sinistra. “Curioso di sapere chi è quel genio del ministero che ha accreditato l’associazione toscana che fa apologia di fascismo per il 5×1000. Mi aspetto una risposta dal ministro Giorgetti ad interrogazione. E subito l’Agenzia delle Entrate apra inchiesta e sospenda ogni erogazione di risorse pubbliche a questi personaggi”.
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a cura della redazione Cronaca
Terranuova Bracciolini, quasi 12mila abitanti in provincia di Arezzo. Al civico 27/E di via Cicogna – nell’omonima località – ha sede la Fondazione della R.S.I – Istituto storico. Trattasi, si legge sull’homepage del sito, di “uno strumento per la ricerca e la divulgazione di documenti e studi storici aventi per oggetto la Repubblica Sociale Italiana, il Fascismo e la Seconda Guerra Mondiale”. Basta scorrere le varie sezioni del portale per farsi un’idea di quale sia l’attività di “promozione” e “valorizzazione” della fondazione dei nostalgici di Salò. I partigiani vengono definiti “mercenari” e “disertori” che colpivano alle spalle i soldati che difendevano il suolo italico, e via con altre amenità di questo tipo.
il caso
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di Michela Bompani
La domanda che ci si pone è: è opportuno che un’associazione che promuove una chiara apologia del regime collaborazionista della Germania nazista, esistito tra settembre 1943 e aprile 1945, voluto da Adolf Hitler e guidato da Benito Mussolini, possa ricevere una percentuale delle tasse versate dai cittadini italiani? I cittadini di una Repubblica nata dalla Resistenza e dalla liberazione dell’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista. Giriamo la domanda al ministro dell’Economia e delle finanze. A cui ora si rivolgono anche i parlamentari di Pd e Verdi-Sinistra.