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Schlein contro Descalzi per le lodi all’Egitto: “Abbiamo sacrificato la verità su Regeni in cambio del loro gas?”

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“Penso che l’Italia non possa considerare la mancata collaborazione dell’Egitto sull’omicidio di Giulio Regeni come un prezzo da pagare sull’altare degli interessi economici”. La segretaria del Pd Elly Schlein da Treviso risponde all’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, che ieri dal palco della convention di Forza Italia a Milano ha detto: “L’Egitto ci ha aiutato rinunciando ai suoi carichi quest’estate per mandarli in Italia per riempire gli stoccaggi. Questi sono Paesi che se dai ricevi”.

Oggi la segretaria dem chiede “se tra le cose da dare per ricevere è considerata anche l’impunità dei torturatori e degli assassini di Giulio Regeni, un ricercatore italiano, europeo, per il quale ancora dopo anni portiamo il braccialetto al polso per chiedere verità a giustizia. O la liberazione di Patrick Zaki – commenta a margine di un incontro elettorale a Treviso – Penso che l’Italia non possa considerare la verità e la giustizia sull’omicidio e le torture di Giulio Regeni e la mancata collaborazione dell’Egitto, un prezzo da pagare sull’altare degli interessi economici”.

Ieri Descalzi, intervenendo alla convention di Forza Italia, ha spiegato che la rapidità con cui l’Italia è riuscita a sopperire al taglio delle forniture del gas russo è legata alle “radici profonde” che il nostro Paese e l’Eni hanno costruito in Paesi come l’Egitto, l’Angola, l’Algeria, il Congo, il Mozambico. “Investire nel tempo, rispettare gli altri, prendere dei rischi con chi ha bisogno, quindi diventare credibili, è quello che ci ha dato la capacità di questa diversificazione, di questa sostituzione parziale, che sarà completa tra due anni, del gas russo”, ha detto Descalzi. “È il concetto della libertà: se rispetti, liberi te stesso ma liberi anche il tuo interlocutore”.

“Se non fai investimenti e se non prendi dei rischi, se non fai l’esplorazione, lo sviluppo, investimenti che comportano un rischio perché passa del tempo e tutto può cambiare, anche il mercato, questi Paesi non hanno gas da venderti”, ha spiegato l’ad dell’Eni sottolineando come si tratti di un “attività molto dispendiosa” e “rischiosa”: “nel nostro caso si dice a rischio minerario perché puoi non trovare nulla, nel 70% dei pozzi minerari non si trova niente”. Servono dunque “radici profonde in questi Paesi” e l’Eni è riuscita a sopperire velocemente alla carenza di gas russo perché “abbiamo continuato a investire in questi Paesi, dando circa l’80% del gas per lo sviluppo locale, per l’accesso all’energia, per elettricità, per fare sviluppo e crescita, prendendo dei rischi con loro, perché è più semplice prendere il gas ed esportarlo”, ha detto ancora Descalzi. Questo è “anche il segreto per cui siamo rimasti in Libia durante la guerra”, dove “noi produciamo gas che al 70% va al mercato locale” a differena delle altre compagnie che esportano petrolio. “Abbiamo preso dei rischi per loro, e nel momento in cui l’Europa e l’Italia hanno avuto bisogno siamo riusciti a parlare con questi Paesi per aumentare l’export verso l’Italia” anche “con un tempo di realizzazione molto veloce”.

“Sono davvero inaccettabili le frasi di Descalzi alla convention di Forza Italia. Ringrazia l’Egitto affermando: ‘A questi paesi se dai ricevi’. A noi il governo egiziano ha dato Giulio Regeni cadavere perché assassinato – è stata la reazione a caldo del co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli – L’Italia cosa ha dato all’Egitto in cambio del gas? Rinunciare a perseguire gli assassini di Regeni? Poi risulta davvero sgradevole la lezioncina sulla libertà dell’amministratore delegato dell’Eni: ‘se rispetti, liberi te stesso ma liberi anche il tuo interlocutore’ Ma noi abbiamo liberato l’Egitto da cosa? Un paese che viola i diritti umani, il cui governo mette in carcere chi lo critica e assassina? Pecunia non olet, per avere il gas”, ha concluso Bonelli.

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