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Il puzzle più complicato, alla fine, si compone in una riunione del consiglio dei ministri durata meno di mezz’ora. Una seduta-sprint che dà il via libera alle nomine, chiudendo una lottizzazione che la destra estende alle forze armate. E scongiurando il rischio di un altro rinvio. Le partite sui vertici di Polizia e Guardia di Finanza si concludono insieme, come voleva Matteo Salvini, cui la premier Giorgia Meloni stavolta fa da sponda.