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Genova — «Questa cosa era troppo grande per noi», continua a ripetere fuori dall’aula. Lo sguardo basso, la risata nervosa, rassegnata: «Se mi vogliono indagare, eccomi qui». Appena prima, di fronte a giudici, pm e avvocati, Gianni Mion, per lustri potentissimo ad di Edizione, cassaforte della famiglia Benetton, ha confermato con sconcertante tranquillità quanto raccontato durante le indagini. La riunione con i vertici di Aspi e Atlantia, presenti Gilberto e Giovanni Castellucci, otto anni prima del crollo di ponte Morandi.