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Non sarà pronta quest’estate per accogliere i suoi ospiti famosi: il cantiere della mega villa da 15 milioni di euro arrampicata sulla collina di Pantogia, a Porto Cervo, di proprietà di Gianluca Vacchi, imprenditore bolognese e influencer, è stato posto sotto sequestro dal Corpo Forestale che ha eseguito un decreto emesso dal procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso.
In quella che dovrebbe diventare una lussuosa villa con 15 stanze, per un totale di 1.200 metri quadrati più altri mille di terrazze, con discoteca, due lodge con suite e un campo da padel, ieri si sono presentati gli uomini e le donne del Corpo Forestale della sezione di polizia giudiziaria della procura di Tempio Pausania e della stazione di Olbia.
La villa – precisano dal Corpo Forestale – ricade “in area F3 dello strumento urbanistico comunale ed è sottoposta alla massima tutela ambientale per la presenza del vincolo paesaggistico ambientale del D. Lgs. 42/2004, del vigente Piano di assetto idrogeologico per il quale ricade in area Hg3 oltre ad essere vincolata sotto il profilo idrogeologico ai sensi del R.D. 3267/1923. L’operazione si inserisce nell’attività di contrasto alle violazioni in materia edilizia ed ambientale e di tutela del territorio e del paesaggio promossa e condotta dalla Procura”.
L’impresa di Arzachena, la Filigheddu Costruzioni, impegnata nei lavori di ultimazione della struttura, dovrà dunque fermarsi, almeno fino a quando la Procura non farà chiarezza su alcune parti dell’edificio già costruito e ritenuto in eccesso rispetto alle cubature autorizzate. Si tratta di circa 450 metri cubi in più sul progetto presentato e approvato.
Il nome di Vacchi, nel marzo scorso, è stato iscritto nel registro degli indagati all’interno del fascicolo per presunti abusi edilizi. Nei mesi scorsi i lavori nella nuova residenza smeraldina dell’imprenditore erano finiti nella lente d’ingrandimento dell’ufficio tecnico del Comune di Arzachena, che aveva emesso un’ordinanza di demolizione e ripristino di alcune aree del cantiere.
Ma i difensori dell’influencer da milioni di follower, gli avvocati Gino Bottiglioni e Gian Comita Ragnedda, respingono ogni accusa: “Abbiamo preso atto del sequestro. Leggeremo le carte e faremo quanto necessario per dimostrare che si tratta di questioni di tipo formale, del tutto prive di rilevanza penale e che gli interventi eseguiti non hanno mai danneggiato o messo in pericolo l’ambiente o la tutela del territorio”.