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Verrà presentato domani il primo smartphone al mondo con ChatGPT integrato. Si tratta di Note 30 del brand Infinix. Se questo marchio vi suona nuovo è perché non viene commercializzato in Europa e questo varrà ovviamente anche per la serie Note 30 in arrivo a brevissimo.
Non ci soffermiamo sul prodotto di per sé visto che non interessa il nostro mercato, ma sull’integrazione con ChatGPT. All’interno del software dello smartphone non avrà il nome dell’intelligenza artificiale di OpenAI ma si chiamerà Folax, ereditando il nome dell’assistente vocale dell’azienda e in pratica sostituendolo. In sostanza ChatGPT nelle forme di Folax (che è un avatar femminile) è pronto per dare vero filo da torcere a Siri o Google Assistant, almeno in attesa che Bard diventi qualcosa per tutti (qui come provarlo in Italia se siete curiosi).
Per invogliare all’utilizzo di questa intelligenza artificiale Infinix metterà a disposizione la funzione di push to talk, permettendo, proprio come per Siri e Assistant di iniziare a dialogare con questa entità semplicemente premendo un tasto in qualsiasi momento.
Da un lato questa è una vera rivoluzione, perché è il primo di probabilmente un lunghissimo trend che potrebbe “contagiare” tutti gli smartphone in commercio in futuro. Difficile anzi pensare l’opposto: è indubbio che gli assistenti vocali, già presenti in ogni smartphone, guadagneranno presto qualche sorta di ingelligenza artificiale. Nel breve periodo però, almeno per i clienti indiani che metteranno le mani su Note 30, questo sarà l’unico smartphone le cui risposte potrebbero essere davvero “intelligenti”. Una rivoluzione, appunto.
Da quello che è trapelato però questa rivoluzione sarà anche molto “grezza”, con un semplice re-branding di ChatGPT in Folax. In sostanza come l’app ChatGPT per iPhone. Sarebbe stato molto più interessante avere una vera versione personalizzata di questa IA che potesse compiere per noi delle operazioni quotidiane tediose, come modificare una foto dalla galleria, cancellare una serie di mail indesiderate, oppure programmare un’automazione sullo smartphone. Il tutto a voce. Eppure siamo sicuri che questo sia solo l’inizio e che i nostri desideri potrebbero esaudirsi preso.
Chi sarà il primo?