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Come fare felice il tuo gatto: 15 cose da sapere

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Scostante, anaffettivo? Tutto falso: se possiedi un amico baffuto lo sai. Un po’ misterioso sì però. Ma ad aiutarci a capirlo c’è dr. LucaVet

Si muove con passo felpato, ha occhi ipnotici, ispira eleganza e dignità. Non è un caso che le sfilate di moda vengano anche chiamate catwalk. Il gatto è un animale misterioso, ma si affeziona ai propri umani e se si riesce a capirlo, sa comunicare molto bene quello che vuole e cosa lo infastidisce. Il veterinario Luca Giansanti, in arte @dr.luca_vet, star del web con oltre 300.000 follower su Tik Tok, Instagram e Facebook e volto noto di Rai2 (cura la rubrica “La clinica degli animali” a I fatti vostri) risponde in questo articolo a 15 domande su abitudini e comportamenti dei nostri amici preferiti. È anche autore del libro Ogni gatto ne va matto (New Compton editori, 12,90 €), una guida completa per sapere come sta il tuo micio. 

Il gatto riconosce il suo nome?

Certo. Se non risponde al richiamo è semplicemente perché in quel momento ha di meglio da fare. Gli ultimi studi in materia di felini ci dicono che un gatto capisce il proprio nome, ma anche la voce del suo umano e la mimica delle persone. Sa anche riconoscere l’oggetto che gli stiamo indicando a distanza.

È vero che atterra sempre in piedi?

Capita spesso, il che però non lo mette al riparo dall’infortunarsi in seguito a una caduta. Questa abilità è dovuta al sistema vestibolare che controlla il senso dell’equilibrio, molto sviluppato nei felini e agli ottimi riflessi di cui è dotato, che gli consente di girarsi in fase di caduta verso il terreno. La sua struttura fisica poi è in grado di attutire l’impatto, purché non si tratti di altezze vertiginose.

Perché porta il cibo fuori dalla ciotola?

In natura i gatti strappano i bocconi dalla preda aiutandosi con le zampe, quindi è normale che replichino questo comportamento estraendo il cibo dalla ciotola. Attenzione poi che quest’ultima non sia troppo piccola: se le vibrisse (i baffi del gatto che lo aiutano a orientarsi) toccano i bordi, il suo senso spaziale potrebbe essere alterato, infastidendolo.

Si può usare l’aceto per pulire il pelo?

Assolutamente no. Questa sostanza scioglie il sebo (la sostanza grassa che si trova tra la cute e il pelo) che è una vera propria barriera contro gli allergeni cutanei, provocando dermatiti. Inoltre il gatto, leccandosi, potrebbe incorrere in conati di vomito a causa del sapore dell’aceto.

Ai gatti piace la musica?

Sì! Amano quella classica e in genere le melodie rilassanti. Si stressano invece con quella ad alto volume e molto ritmata. Esiste anche una musica specifica per felini: realizzata con suoni familiari, fusa e miagolii, manderà in brodo di giuggiole il vostro pet!

I collarini con i campanellini e medagliette possono dare fastidio?

I gatti li detestano. Per loro è una vera tortura: è come se noi avessimo una sirena nelle orecchie sempre accesa. Questi aggeggi sonori inoltre possono causare danni all’udito del felino e forte stress.

Si possono mettere i vestiti al gatto?

Se vogliamo fargli un dispetto, sì. È una fonte di stress non indifferente, che inoltre gli impedisce di leccarsi il pelo, abitudine essenziale per la sua igiene e la sua salute.

Quando si lecca i baffi dopo aver mangiato è perché ha apprezzato il cibo?

Non sempre. Può essere un gesto di apprezzamento, ma se lo fa insistemente può anche significare un forte senso di nausea collegato al cibo che ha davanti. In questo caso, il gesto è accompagnato anche da una forte salivazione. Per quanto riguarda l’alimentazione del tuo micio, è molto importante variare e alternare i cibi a base di carne con quelli di pesce (amatissimi). Più il loro cibo è di qualità, più sfoggeranno un bel pelo.

Gatto vegano o vegetariano: si può?

Assolutamente no. I felini sono carnivori: hanno bisogno di carne per sopravvivere. Se gli si leva questo prezioso alimento possono andare incontro a diverse carenze e patologie metaboliche.

Perché fissa il vuoto?

Una volta si pensava che i gatti riuscissero a percepire presenze invisibili, come fantasmi e amenità simili. Sarà capitato anche a te di vedere il tuo gatto con gli occhi spalancati verso il nulla, il corpo assolutamente immobile, le orecchie dritte come un radar pronto a percepire qualunque variazione ambientale. Con buona pace di spiritisti e amanti del sovrannaturale, in realtà il felino di casa è in piena modalità caccia. Probabilmente sta fissando un piccolo insetto a te invisibile o ha percepito un lieve rumore dall’altra parte del muro e rimane in vigile ascolto.

Quando si mette in posa d’attacco cosa significa?

Innanzitutto che ha paura: la schiena si inarca, il pelo si gonfia e si arruffa, le zampe si allungano. La prima reazione preferita dal gatto è la fuga. Se però decide di non fuggire, si metterà di profilo rispetto al bersaglio, in modo da occupare uno spazio maggiore rispetto al nemico.

I gatti piangono quando sono tristi?

No, le emozioni non c’entrano. La lacrimazione del gatto ha sempre origini fisiologiche, come per esempio allergie o problemi di alimentazione. Una razza particolare soffre di una lacrimazione abbondante: il persiano. Questo fenomeno causa delle macchie nere tra occhi e naso a causa dell’ossidazione del pelo sempre bagnato.

Perché fa la pipì fuori dalla lettiera?

I gatti sono animali puliti e abitudinari. Se il micio inizia a urinare fuori dalla sua cassettina non lo fa per dispetto: può essere una manifestazione di stress o di un problema clinico come la cistite. In ogni caso, occorre portarlo dal veterinario.

Perché butta giù gli oggetti dagli scaffali?

Nessun gatto può resistervi. È più forte di loro: far cadere soprammobili e qualunque cosa gli capiti a tiro è una passione irrinunciabile. Lo fanno principalmente per curiosità o per gioco, mai per dispetto. Sono animali territoriali e gli piace esplorare ogni centimetro del luogo in cui abitano. Se trovano un oggetto leggero e abbastanza piccolo da poterlo spostare, lo trattano come se fosse una palla o un giocattolo e si divertono molto a vederlo rotolare e cadere.

Perché va matto per gli scatoloni?

Dipende dalla sua natura di cacciatore: una scatola chiusa su tutti i lati tranne uno gli permette di nascondersi in attesa di balzare sulla preda adocchiata. In appartamento questo istinto si trasforma più in un gioco per tendere un agguato ai suoi umani o a un suo simile. Inoltre, uno scatolone diventa un rifugio perfetto se il micio è spaventato o impaurito.

Le razze ipoallergeniche

L’allergia al gatto dipende da alcune proteine, in particolare la Fel D1, prodotte in quantità differenti da ogni esemplare. Esistono poi razze che geneticamente producono una minor quantità di questa proteina, come il Siamese, il Norvegese, il Siberiano, il Bengala e lo Sphynx. È possibile quindi che una persona sia fortemente allergica a un gatto e molto meno a un altro. Con una corretta terapia antistaminica un allergico può perfino convivere con un gatto. Tuttavia, nei soggetti particolarmente sensibili è facile che una reazione si scateni comunque.

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Tag: gatti, gatto, vete.

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