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Bari Pride, migliaia in piazza a vent’anni dalla prima parata in Puglia: “Il governo non può ignorarci”. Decaro sfila con la giunta

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È il giorno dell’orgoglio, il giorno della lotta. Il Bari Pride compie vent’anni e scende per strada con migliaia di persone: per celebrare il diritto di amare al di là di distinzioni e pregiudizi, e allo stesso tempo rivendicare a gran voce l’uguaglianza che ancora manca.

Il corteo è partito dopo le 16 da piazza Umberto I, il percorso messo a punto per questa edizione dal coordinamento è circolare: scenderà lungo via Andrea da Bari e si incuneerà in via Nicolai, poi via De Rossi e via Piccinni, via Cairoli e corso Vittorio Emanuele, dove è prevista un’azione dimostrativa davanti alla Prefettura, un messaggio da lanciare al governo nazionale che ancora ignora le istanze della comunità Lgbtqia+. A sfilare (‘Se prendo uno striscione, prendo un impegno’) anche il sindaco Antonio Decaro con gli assessori Francesca Bottalico e Pietro Petruzzelli.

“Io, sindaco di destra, sostengo il Pride e i diritti Lgbtqia+: me lo dice la coscienza prima ancora che la politica”

di Anna Puricella

17 Giugno 2023

Dal corso poi la parata prosegue sul lungomare, fermandosi in piazza Diaz (all’altezza dell’istituto Vivante) per cambiare il senso di marcia, attraversare i rioni Madonnella e Umbertino (via Imbriani, corso Cavour e via Beatillo) e tornare così al punto di partenza, in piazza Umberto I. L’arrivo è previsto per le 20,30, ma la festa continuerà fino a mezzanotte: proprio in piazza ci sarà una serata di musica e divertimento, con i discorsi finali del Pride, punti ristoro e test gratuiti Hiv a cura di Cama Lila e cooperativa Caps. Bari Pride celebra vent’anni dalla prima edizione, e non smarrisce il senso della lotta: “È cambiata la sensibilità, ma di avanzamenti sul piano legislativo c’è stato solo quello sulle unioni civili”, fanno sapere dal coordinamento.

Bari Pride, la dedica di Orietta Berti: “Continuate a lottare ma con il sorriso sulle labbra”

di Anna Puricella

17 Giugno 2023

Manca una legge nazionale contro l’omolesbobitransfobia, mancano percorsi che favoriscano l’autodeterminazione delle persone trans, le famiglie omogenitoriali vedono l’ostacolo del governo che nega la registrazione dei nomi di entrambi i genitori alla nascita dei figli, e allo stesso modo l’Italia non ha il matrimonio egualitario. Sono solo alcune delle istanze che portano la comunità Lgbtqia+ a scendere in strada e manifestare, ancora una volta, e non è un caso che la madrina onoraria del Bari Pride 2023 sia Bruna, la donna trans che è stata aggredita dagli agenti della polizia locale di Milano.

Bruna madrina del Bari Pride, la trans picchiata dalla polizia locale a Milano ringrazia: “Vorrei essere lì”

A differenza di quanto accaduto per altre città italiane, però, il Bari Pride incassa il patrocinio gratuito di numerosi enti, dalla Regione Puglia al Comune di Bari, oltre all’Università di Bari, l’Ordine degli psicologi e quello degli assistenti sociali, e pure il Garante dei minori. A essi si affiancano diversi Comuni della Città Metropolitana di Bari, al netto dell’orientamento politico delle varie amministrazioni: Corato, Polignano a Mare, Putignano, Mola di Bari, Bitonto, Rutigliano, Noicattaro, Palo del Colle, Capurso, Bitritto, Santeramo in Colle, Cellamare, Giovinazzo, Casamassima, Ruvo di Puglia, Terlizzi, Locorotondo, Cassano delle Murge, Bitetto, Trani, Gioia del Colle, Monopoli, Valenzano, Noci, Altamura, Alberobello. “Questa adesione è fondamentale per noi perché rappresenta la possibilità, nei prossimi cinque anni di governo, di costruire strumenti di autodeterminazione dal basso per le persone Lgbtqia+ sui territori, in sinergia con le azioni che stiamo portando avanti sul piano cittadino nel capoluogo – dicono gli organizzatori – Rappresenta altresì un forte segnale per chiunque abiti la provincia, per sentirsi meno solo rispetto a eventuali contesti omolesbobitransfobici e sapere che l’amministrazione comunale è dalla sua parte”. Bari Pride è autosostenuto, grazie al contributo di numerose attività commerciali della città, ma anche attraverso la vendita di gadget e un crowdfunding su Produzioni dal basso.

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