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Invalsi, per la scuola italiana la pandemia non è finita. Allarme primaria

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ROMA – Si è tornati a scuola senza interruzioni pandemiche, ormai da due stagioni, ma le difficoltà dei bambini (un milione della seconda e della quinta elementare), degli adolescenti (570 mila per la terza media) e dei ragazzi (oltre un milione di seconda e quinta superiore) ancora si vedono tutte. 

La stagione 2022-2023 costringe l’intero Paese ad occuparsi con serietà, innanzitutto, della scuola primaria, dove, spiegano gli esperti Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, i risultati mostrano un indebolimento “in tutte le discipline osservate”. In particolare, gli esiti delle prove di Italiano e Matematica in seconda elementare sono più bassi di quelli del 2019 e del 2021 (stagioni di pandemia e Dad) e in linea con quelli dell’anno scorso. In quinta elementare i risultati nell’anno che si è appena chiuso sono inferiori a quelli delle stagioni precedenti rilevate, compreso il 2022, in tutte le discipline. E qui si include l’Inglese, sia la lettura (reading) sia l’ascolto (listening). E’ un allarme da diffondere per un ciclo scolastico – le scuole elementari – esempio e vanto mondiale della didattica italiana.

Primaria, si arretra sul livello base

Mantenendo il fuoco sulla scuola elementare, in Italiano il 69 per cento raggiunge almeno il livello base: era il 72 per cento l’anno scorso. Molise, Basilicata e Umbria sono le regioni con quote più elevate di allievi che raggiungono questo livello (dalla terza fascia a salire), la Calabria e la Sicilia quelle con le quote più basse.

In Matematica il 64 per cento arriva al livello base: sono sei punti percentuali in meno rispetto al 2022. Molise, Provincia Autonoma di Trento e Basilicata le regioni con i risultati migliori in questa aliquota, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna quelle più in basso.

L’arretramento generale si registra anche nelle classi quinte della primaria. In Italiano il 74 per cento è al livello base, ed era l’80 solo un anno fa. Molise, Umbria, Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia hanno le quote più elevate di allievi al livello sufficiente, la Sicilia ha la quota più bassa. Ancora, in Matematica oggi in questo segmento scolastico siamo al 63 per cento: meno tre sul 2022. Sempre Calabria, Sicilia e Sardegna in fondo alla graduatoria.

I risultati d’Inglese, anche quelli, sono in calo in quinta elementare. L’87 per cento degli alunni è al livello A1 nella lettura (-7 per cento) mentre nella prova di ascolto la quota è all’81 per cento, in arretramento di quattro punti. Calabria, Sicilia e Sardegna restano le regioni con le quote più elevate di allievi che non raggiungono il prescritto A1 sia nella prova di reading sia in quella di listening.

Alle medie si è fermato il calo

I test della Terza media indicano che si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, ma non si registra ancora un’inversione di tendenza. Gli esiti di Inglese (listening e reading) sono invece in miglioramento.

A livello nazionale gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati sono, in Italiano, il 62 per cento (un punto percentuale in più rispetto al 2022, invariato rispetto al 2021); in Matematica il 56 per cento (invariato rispetto al 2021 e al 2022); in Inglese reading (livello A2) l’80 per cento (+2 punti percentuali rispetto al 2022 e +4 punti rispetto al 2021); in Inglese listening (sempre A2) il 62 per cento (+3 punti percentuali rispetto al 2022, +5 punti rispetto al 2021 e +11 punti rispetto al 2018, inizio della rilevazione).

Superiori, in Italiano -3 rispetto al 2022

Tenendo come punti di riferimento i traguardi previsti dalle indicazioni nazionali, si osserva come nella seconda superiore, nella disciplina Italiano, il 63 per cento degli studenti raggiunge il livello base, ed è un dato allarmante: sono tre punti percentuali in meno rispetto al 2022 e sette punti in meno rispetto al 2019 (nel 2020 e nel 2021 le prove non si sono svolte).

In Matematica, il 55 per cento è sulla sufficienza (un punto in più  rispetto al 2022, ma addirittura 7 punti percentuali in meno rispetto al 2019).

In quinta cresce l’Inglese

I risultati del 2023 indicano che per le classi che hanno affrontato la Maturità tra giugno e luglio si è pressoché fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, ma non si vede ancora un’inversione di rotta. In Italiano il 51 per cento degli studenti raggiunge il livello base, ed è un punto percentuale in meno rispetto all’anno scorso. Il fatto che metà dei ragazzi resti insufficiente nella disciplina cardine, va da sé, è un dato tragico. In Matematica i maturandi almeno sufficienti restano esattamente la metà, il 50 per cento. 

Gli esiti di Inglese (listening e reading, entrambi) nella quinta superiore sono in costante miglioramento. Il 54 per cento dei ragazzi raggiunge il B2 nella prova di reading (+2 rispetto al 2022) e il 41 per cento in quella di listening (+3 rispetto al 2022 e +6 dall’inizio della rilevazione, nel 2019). 

Sud, 6 su 10 male in Mate e seconda lingua

Come si è visto, già dalla seconda primaria cominciano ad evidenziarsi leggeri divari territoriali, più marcati in quinta e più evidenti per la Matematica e l’Inglese listening.

La differenza esistente tra i valori delle singole classi – un altro problema nazionale – al Meridione diventa un guaio. La scuola primaria nel Sud fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi.

Per quanto riguarda le medie, i divari territoriali restano molto ampi. In Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna si riscontra un maggior numero di allievi con livelli di risultato bassi (al massimo al livello 2), che si attesta attorno al 50 per cento della popolazione scolastica, in Italiano; al 55-60 per cento in Matematica; al 35-40 per cento in Inglese reading e al 55-60 per cento in Inglese listening.

Nelle superiori le distanze Nord-Sud si accentuano ulteriormente, in modo sensibile in Matematica, dove la differenza al quinto anno arriva a 31 punti percentuali. In Italiano il divario geografico, sempre nell’ultima classe dell’intero percorso scolastico, raggiunge la quota di 23 punti percentuali. 

La dispersione scolastica diminuisce

Il presidente Invalsi, Roberto Ricci, spiega: “La disponibilità di dati censuari sugli apprendimenti, confrontabili su base nazionale, permette di individuare gli studenti che, pur non essendo dispersi in senso formale, terminano il percorso scolastico senza aver acquisito le competenze fondamentali, quindi con limitate prospettive di inserimento nella società così come accade agli studenti che non hanno concluso la scuola secondaria di secondo grado”. E’ la dispersione scolastica implicita o nascosta, fenomeno di queste ultime stagioni: gli studenti che escono dalla quinta superiore impreparati, sotto qualificati.

La dispersione implicita scende, in verità, di un punto, all’8,7 per cento. Nel 2019 si attestava al 7 per cento per salire al 9,8 nel 2021, a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza a livello nazionale, passando al 9,7 per cento. 

Il calo maggiore del 2023 si registra in Calabria (-5 punti percentuali), in Puglia (-2,9 punti percentuali), Sardegna (-2,8 punti percentuali) e Sicilia (-2,4 punti percentuali). A livello assoluto in Campania la dispersione nascosta è al 19 cento, in Sardegna al 15,9, in Sicilia al 13,6, in Calabria al 13 e in Basilicata al 10,6.

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