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Utilizzo quotidianamente un Pixel Watch ormai da nove mesi, e ne ho fatto il mio smartwatch Android di riferimento perché è stato l’unico, in tanti anni, a farmi provare quel feeling da Apple Watch che non avevo mai trovato in nessun altro. Eppure ci sono tante cose che Google potrebbe migliorare con il prossimo modello, che dovrebbe vedere la luce in autunno a fianco della serie Pixel 8. Ecco quindi quali aspetti, secondo me, potrebbero rendere Pixel Watch 2 un vero anti-Apple Watch.
L’autonomia
Iniziamo subito con il proverbiale elefante nella stanza: l’autonomia. Con l’attuale Pixel Watch fate 24 ore di utilizzo, anche con always on display (disattivandolo avrete un po’ più di autonomia a sera, ma non certo per coprire anche il giorno successivo). Questo significa che dovete trovare un momento della giornata in cui toglierlo dal polso e lasciarlo in carica per circa un’oretta (dipende da quanto scarico sarà ovviamente).
Io ho trovato questo “momento ideale” nella sera, quando torno a casa. Prima di cena lo tolgo, lo metto in carica, e prima di andare a letto è già al mio polso. È in effetti una buona routine, perché non ti fa perdere nessun monitoraggio importante, come attività fisica o sonno, ma al contempo è adatta solo a chi abbia orari piuttosto regolari.
Morale della favola: è impossibile che Pixel Watch 2 possa stravolgere l’esperienza d’uso in tal senso, ma già arrivare a 48 ore piene (il che significa raddoppiare!) darebbe quella flessibilità in più che magari consente di affrontare un weekend fuori porta senza (troppa) ansia da ricarica. E ci sono indizi concreti che un miglioramento simile sia possibile, quindi non ci resta che incrociare le dita.
Ricarica più semplice
E visto che abbiamo parlato di autonomia, non possiamo non menzionare anche la ricarica. Pixel Watch infatti non supporta lo standard Qi, e questo è un male.
Non solo limita molto l’uso di accessori di terze parti, ma non potrete nemmeno usare la ricarica inversa di un telefono, come invece fareste con degli auricolari (inclusi i Pixel Buds).
Al di là della compatibilità, è proprio il suo stesso design a essere limitante, perché lo rende compatibile solo con il classico caricabatterie circolare magnetico, ma non con uno “piatto”, a meno di non rimuovere ogni volta i cinturini (scomodissimo e potenzialmente dannoso a lungo andare). Ci vuole insomma una soluzione più universale, che apra le porte a molti più accessori di adesso, e magari Google potrebbe ripensare anche il punto di aggancio dei cinturini.
Tagli diversi (e meno cornici)
Pixel Watch è piccolo. Per me è un bonus perché ho il polso piccolo, ma se lo mettete al fianco di tanti altri concorrenti sembra davvero minuscolo, anche perché il suo display è circondato da cornici davvero molto ampie.
Non ci vuole insomma un genio per capire che almeno due tagli differenti per dimensione della cassa sarebbero graditi, e altrettanto per i cinturini. Se poi nel frattempo venissero ottimizzate anche dette cornici sarebbe il top, perché in fondo non c’è peggior spazio sprecato di quello inutilizzato.
C’era in realtà qualche indizio che due modelli diversi fossero in lavorazione, ma è probabile che uno dei due sia semplicemente la solita variante LTE, cosa della quale sinceramente credo che in molti potrebbero fare a meno, o quantomeno che, personalmente, reputo meno importante rispetto a quanto detto finora. Staremo a vedere, ma speriamo almeno che se la taglia dovesse restare la stessa, sia almeno lo spazio effettivo del display a crescere.
Maggiore resistenza
Il design di Pixel Watch è a mio parere uno dei suoi punti forti, ma rappresenta anche una debolezza. Il vetro è completamente esposto su ogni lato, anche durante la ricarica (se doveste tenerlo a faccia in giù).
Inutile dire che i graffi non sono quindi impossibili, e che se dovesse cadervi potrebbe facilmente rompersi.
Al contempo per risolvere questo problema sarebbe necessario ripensare il design dell’orologio, che come già detto mi piace. Non ci sono tra l’altro indizi che Google lo voglia stravolgere, e se le similitudini tra gli ultimi telefoni Pixel sono di una qualche indicazione, non c’è da aspettarsi granché nemmeno da Pixel Watch 2. L’unica cosa emersa finora è l’uso dell’alluminio al posto dell’acciaio, per alleggerirlo, ma le dimensioni sembra non varieranno.
That’s Ammore?
Pixel Watch è fluido, ha un sacco di utili quadranti e schede, ma non è al livello di “finiture” di Apple Watch. Un esempio banale è il timer lavaggio mani: la funzione è presente su Pixel Watch, ma si tratta di un’app come le altre da avviare manualmente. Ogni volta che vi volete lavare le mani dovrete prima cercarla e premerci sopra, o almeno metterla come complicazione sulla watch face; su Apple Watch è tutto automatico: vi lavate le mani, e lui fa partire da solo il timer.
È solo un esempio stupido per farvi capire il grado di attenzione al dettaglio di cui sto parlando, ma potrei andare avanti descrivendo la quantità di animazioni e app presenti sul Watch di Apple, che fanno impallidire la controparte Wear OS. Qui non è che Google da solo possa fare granché, ma sollecitare gli sviluppatori è in fondo compito suo, no?
E anche tutta la parte relativa al fitness, per quanto si appoggi sulla consolidata piattaforma di Fitbit, è un po’ meno motivante rispetto ad Apple Watch, che reputo più efficace e ricco di opzioni diverse, anche più intuitive. Ripeto nuovamente che sono dettagli, ma è di quelli che è fatta l’esperienza d’uso di uno smartwatch, che non è, al contrario di un telefono, un dispositivo con il quale starete a interagire a lungo nel corso di una singola giornata, e pertanto ogni momento conta.
E poi c’è da dire che, se parliamo di fluidità generale, anche i 30Hz di refresh del display di Pixel Watch un po’ di suo ce lo mettono, ma qui ritorna in ballo il discorso autonomia, che è un po’ tutta una questione di equilibri tra le varie componenti.
Mission impossible quindi? Se c’è riuscita Apple…