Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

VIES Newsletter

Gratuito / Prova ora

Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli n. 3830/21

Governo, i sospetti degli alleati: “Salvini vuole sfilarsi dopo il voto sul Colle”

[ Leggi dalla fonte originale]

ROMA – “Questo non è un compromesso politico, sia chiaro. Questo è un intervento necessario al Paese in una fase complicata”. Due giorni fa, in consiglio dei ministri, Mario Draghi ripete una, due, tre volte il concetto. Serve a blindare il decreto. A chiudere una volta per tutte con le resistenze della Lega. Lo dice mentre osserva il Carroccio smarcarsi, fissare paletti e ultimatum, diffondere indiscrezioni bellicose, sgambettare intese. Osserva irritato e richiama i partiti a mostrarsi ragionevoli in un momento in cui bisogna agire per evitare un rapido peggioramento del dato sulle ospedalizzazioni.

Nucleare, Salvini attacca: “Draghi con chi sta?”

di Matteo Pucciarelli 06 Gennaio 2022

Assieme a Draghi, osservano anche gli altri ministri di Forza Italia, quelli del Pd e del Movimento. L’atteggiamento del Carroccio sembrava pianificato. Scientifico. Come ci fosse una regia precisa e se si fosse tornati ai tempi dell’attivismo della Bestia. Come se stessero preparando l’ultimo sganciamento, quello dal governo, sfruttando lo snodo del Quirinale. “Matteo Salvini vuole sfilarsi dopo il voto sul Colle”, prevedono in blocco. Magari eleggendo Draghi, ma forse contando sul fatto che saranno gli altri – quelli della maggioranza Ursula? – a governare.

I segnali sono evidenti. A un certo punto della riunione dell’esecutivo, Massimo Garavaglia – il facente funzioni di capodelegazione, in assenza di Giancarlo Giorgetti – alza il dito: “Scusate, ma non possiamo dare l’anticipo del Tfr a chi è sospeso dal lavoro perché non vaccinato?”. C’è un momento di silenzio: non è già possibile? Ma il merito conta relativamente. Mentre il leghista parla, i cellulari dei colleghi iniziano a tintinnare. È l’ultim’ora, a consiglio in corso: “Covid, ministri Lega: anticipo Tfr a chi sospeso dal lavoro”. Un metodo, appunto, così lo interpretano i partner di maggioranza. Guerriglia, goccia dopo goccia. A scalfire non solo l’unità dell’esecutivo, ma a sabotare il dialogo sul Quirinale.

Covid, il sindaco leghista Fracassi: “Serviva subito l’obbligo di vaccino per tutti”

di Matteo Pucciarelli 06 Gennaio 2022

Dettagli, sospetti. Che si diffondono veloci. Anche la battaglia sul Super Green Pass nei servizi è sembrata addirittura sproporzionata. Ma come, Salvini accetta l’odiato obbligo e minaccia una crisi per questa misura? In cabina di regia è Draghi a proporlo. Garavaglia non dice nulla. Poi si presenta in consiglio. Sventola la bozza, “questo meccanismo è inaccettabile, non possiamo votarlo!”. Maneggia il cellulare, è il filo diretto con Matteo Salvini. Giorgetti invece è lontano, a Varese, ufficialmente per motivi di famiglia. Non mette la faccia sullo scontro, ma è stato il primo a voler rallentare il Super Green Pass per i lavoratori. Draghi intanto media. E ascolta Renato Brunetta, sempre più spesso nel ruolo di ricucitore. “Sono per il 2G ovunque, ma visto che per i servizi non è previsto nulla – dice alla fine del giro di tavolo – allora potremmo introdurre almeno il 3G”. Il patto passa, così come era passato l’accordo sullo smart working voluto dal ministro e capace di superare la linea oltranzista del Movimento.

Ecco, se c’è una dinamica che prevale in queste ore, è questa: la maggioranza Ursula si muove sostanzialmente come un sol uomo. Solo Palazzo Chigi mantiene una formale equidistanza, necessaria anche in vista dello snodo del Colle: servono anche i voti leghisti, nel caso, per conquistare la promozione. I partiti no: democratici e azzurri duettano a meraviglia su economia, obbligo vaccinale, Europa. Il Movimento segue, sbanda, si incaglia in veti che poi rimuove, risolve con una telefonata tra Draghi e Conte. Invece la Lega no, scava solchi. E lascia intendere che dopo il Colle tutto cambierà.

È stato Giorgetti, due giorni fa, a smentire – dopo molte ore – il senso di uno sfogo in Transatlantico raccontato dall’Ansa. Il ministro lamentava uno sfilacciamento dell’esecutivo, la difficoltà di andare avanti dopo il voto per il Quirinale. Lo fa per sostenere l’inevitabilità dell’elezione di Draghi a Capo dello Stato? Probabile, visto il rapporto tra i due. Mandarlo sul Colle più alto e liberare Salvini dal peso del governare. Schemi prodotti a tavolino, però. Perché queste fibrillazioni e l’addio della Lega all’unità nazionale possono diventare l’anticamera del caos. Ma se così è, rischia di saltare in premessa l’ipotesi di eleggere tutti insieme il nuovo Presidente.

Sono ragionamenti che agitano anche il Pd. L’uscita della Lega dal governo può anche essere uno schema accettabile, ma solo a precise condizioni. La prima è che Berlusconi molli l’alleato padano. Però subito prevalgono i dilemmi: ci si può fidare dell’uomo di Arcore e regalare a Salvini e Meloni un anno di opposizione, speso a bombardare un governo debole e senza Draghi a guidarlo? E ancora: Berlusconi sarà disposto a incoronare un altro capo dello Stato che non sia se stesso, o farà saltare tutto? Nel centrosinistra ci si attrezza anche a questa ipotesi. E l’incertezza, invece di diminuire, continua a crescere.

Il Portale Web dell’informazione libera

VIES TV

L’articolo che hai letto è stato di tuo interesse?

Scopri gli articoli correlati e lascia un commento!

Contattaci per info e collaborazioni.

Tags

Condividi questo post:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vuoi restare aggiornato sulle ultime news e le nuove uscite della nostra Web TV?
Iscriviti alla nostra Newsletter, ti invieremo solo informazioni utili e di valore.

Iscriviti alla nostra Newsletter mensile

Ricevi notifiche e riepiloghi delle notizie del mese

Non ti invieremo mai nessuno spam,
solo contenuti utili e di valore.

Il portale web dell’informazione libera.